Quattordicenne picchiata perché non vuole indossare il burqa: è in una struttura protetta
La quattordicenne picchiata perché non voleva indossare il burqa è stata allontanata dalla famiglia e si trova in una struttura protetta, dove riceverà l'assitenza necessaria. Accompagnata dai militari al pronto soccorso dell'ospedale G.B. Grassi al quale ha avuto accesso alle cure con il codice rosa, i medici le hanno trovato un trauma alla testa e l'hanno refertata con quindici giorni di prognosi. La proprità è stata metterla al sicuro ed è scattato l'iter dell'accoglienza previsto nei casi di minori vittime di violenza. Nei confronti della madre e del fratello della giovane, uno studente diciassettenne, al momento c'è una denuncia per maltrattamenti e lesioni personali e i carabinieri della Compagnia di Ostia indagano, per cercare di capire se nelle violenze perpetrate nei confronti della minore siano coinvolti anche altri famigliari. La posizione dei parenti è per ora al vaglio degli investigatori, che hanno ricostruito il quadro della vicenda grazie al racconto della ragazza.
Il fratello l'ha picchiata e sbattuta contro un mobile
La vicenda è emersa a seguito della denuncia presentata dall'adolescente, che lo scorso sabato 13 novembre ha preso coraggio e si è presentata alla caserma dei carabinieri, dove ha raccontato la spirale di violenza costretta a subire da mesi e di cui era vittima, picchiata da madre e fratello che le imponevano di rispettare le Leggi dell'Islam. Nell'ultimo episodio il diciassettenne l'ha presa a calci e a pugni, sbattendola contro un mobile, procurandole graffi ben visibili sul volto. Raccolte le informazioni necessarie i carabinieri hanno informato la Procura della Repubblica di Roma e sono partite le indagini.