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Peste suina a Roma, 400 cinghiali saranno catturati e uccisi in 30 giorni

Il piano di abbattimenti del commissario Angelo Ferrari prevede che in 30 giorni vengano catturati, selezionati e uccisi 400 cinghiali.
A cura di Alessia Rabbai
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Quattrocento è il numero dei cinghiali che verranno catturati, selezionati e uccisi a Roma. Lo prevede il piano di abbattimenti del commissario straordinario nominato a gestire l'emergenza peste suina Angelo Ferrari. Ciò avverrà entro trenta giorni a partire dal 17 giugno, data nella quale saranno operative dieci gabbie installate nelle aree naturali protette regionali, che servirranno per le catture. Questo quanto è stato deciso in cabina di regia a seguito dei due maiali di un piccolo allevamento a conduzione famigliare risultati positivi alla peste suina.

Nei prossimi cinque giorni invece sarà ultimata l'installazione delle recinzioni sul Grande Raccordo Anulare da parte di Anas, per bloccare i varchi attraverso i quali i cinghiali passano, raggiungendo la strada e il centro abitato. Dallo scorso 7 maggio un'ordinanza del commissario ha disposto la zona rossa a Roma, con misure che hanno visto la chiusura dei varchi delle aree verdi nei Municipi XV e XIV, la pulizia di strade e cassonetti.

D'Amato: "Serve rapidità, non comprendo ritardi"

Sul tema peste suina e cinghiali oggi è intervenuto l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato, che ha ribadito la necessità di "mettere in atto rapidamente una vera e propria azione di riduzione della pressione dei cinghiali anche attraverso un piano di abbattimenti selettivi". E ha aggiunto: "Non comprendo i ritardi". Ieri due maiali di un piccolo allevamento famigliare che si trova all'interno della zona perimetrata, come confermato dagli operatori dell'Istituto Zooprofilattico, sono risultati positivi al virus della peste suina e in giornata la Regione Lazio ha reso noto che tutti gli esemplari sono stati abbattuti dal servizio veterinario della Asl.

Animalisti: "Sarà una strage"

Alla notizia diffusa in giornata dalla stampa sono insorte le associazioni animalisti, che hanno definito quella che sta per essere messa in atto una "strage annunaciata di quelli che non sono, come vengono chiamati dalle istituzioni ‘capi', come se fossero oggetti inanimati, ma esseri senzienti". "Vari studi dimostrano che gli abbattimenti non sono la soluzione al contenimento degli esemplari, in quanto la femmina in determinate condizioni, se si sente minacciata viene spinta per istinto a fare più cucciolate e quindi moltiplichi la specie" hanno dichiarato Oipa e la Lega per l'abolizione della Caccia. Le associazioni animalistie ribadiscono che il problema non sono i cinghiali, ma la sporcizia presente nelle strade della città, che cambiano le amministrazioni ma il problema dei rifiuti di Roma resta, si oppongono agli abbattimenti e chiedono misure di contenimento non cruente.

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