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Perseguita un collega di Palazzo Chigi e gli distrugge l’auto con una spranga: arrestato

È stato arrestato e portato in carcere un funzionario di Palazzo Chigi accusato di stalking e danneggiamento aggravato. Ha perseguitato e pedinato un collega, distruggendogli l’auto con una spranga.
A cura di Alessia Rabbai
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Ha perseguitato un collega quarantenne che lavora a Palazzo Chigi, lo ha pedinato fin sotto casa e gli ha distrutto l'auto con una spranga. Sono le accuse delle quali dovrà rispondere un sessantacinquenne, che è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato per stalking e danneggiamento aggravato. Non è chiaro il motivo del suo comportamento, se tra i due ci fossero discordie o rivalità in ambito professionale e le indagini sono in corso, per ricostruire il quadro completo della vicenda. La misura di custodia cautelare disposta dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma è scattata lo scorso giovedì  2 giugno. Sono in corso inoltre gli accertamenti per verificare la posizione dell'uomo, se sia anche ritenuto responsabile di minacce di morte e dunque la sua posizione attuale potrebbe ulteriormente aggravarsi.

Prende di mira un collega e gli distrugge l'auto con una spranga

I fatti risalgono a giovedì scorso ma la spirale di violenze alla quale l'uomo era sottoposto va avanti da inizio 2022. Secondo quanto ricostruito da Il Corriere della Sera il sessantacinquenne con il quale condivide il posto di lavoro lo aveva preso di mira senza motivo. Comportamenti che hanno portato il giudice a disporre in precedenza nei suoi confronti un ordine di non avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Ma lo stalking sarebbe peggiorato nel tempo, fino a sfociare in un pedinamento fino all'abitazione dove l'uomo vive con la sua famiglia. L'ultimo episodio a seguito del quale è stato arrestato è avvenuto appunto lo scorso giovedì, quando gli ha distrutto l'auto con una spranga e a seguito del quale sono subito intervenuti sul posto i poliziotti, che lo hanno fermato e portato in commissariato, poi in carcere a Rebibbia. Ora il sessantacinquenne dovrà rispondere delle accuse a suo carico davanti all'Autorità Giudiziaria.

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