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Per costruire piste da sci distrutti 17 ettari di faggeta sul Terminillo: proteste da ambientalisti

Per costruire 10 nuovi impianti di risalita e 40 chilometri di piste sul Terminillo, la montagna dei romani, si prevede di tagliare 17 ettari di faggeta con esemplari ultracentenari di età compresa tra i 150 e i 200 anni (ma che arrivano anche, in alcuni casi, a 400 anni). Per questo, e non solo, le associazioni degli ambientalisti hanno presentato una petizione contro il progetto.
A cura di Enrico Tata
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Foto Scuola sci Terminillo
Foto Scuola sci Terminillo

Per costruire 10 nuovi impianti di risalita e 40 chilometri di piste sul Terminillo, la montagna dei romani, si prevede di tagliare 17 ettari di faggeta con esemplari ultracentenari di età compresa tra i 150 e i 200 anni (ma che arrivano anche, in alcuni casi, a 400 anni). Si tratta in pratica di raddoppiare le piste da sci e di disboscare un'area in cui vivono, tra l'altro, esemplari di fauna protetti come aquile reali, lupi e anche orsi marsicani. Per questo le associazioni degli ambientalisti, con in testa il Cai, Club Alpino Italiano, e il WWF sono sul piede di guerra e hanno lanciato una petizione, su Change.org, contro il progetto Tsm2 (a favore, invece, il circolo di Rieti di Legambiente).

Terminillo, le proteste contro il piano TSM2

Il piano ha recentemente ricevuto esito positivo in merito alla valutazione di incidenza ambientale, il VINCA, un passaggio fondamentale per avviare i lavori descritti nel progetto fortemente voluto dalla Regione Lazio. Secondo le stime della Regione, infatti, i nuovi impianti potrebbero portare sulla ‘montagna di Roma' oltre 200mila visitatori all'anno (principalmente in arrivo da Roma) e oltre 4500 posti di lavoro in più. Un volano per il turismo della zona, colpito duramente dopo il terribile terremoto del 2016. Secondo chi ha firmato la petizione, che ormai ha raggiunto quasi le 20mila firme, il progetto è invece da bocciare. In primo luogo perché è "in aperta contrapposizione con quanto certificato dall’Università di Roma “La Sapienza” che ha definito l’intera area come di importanza critica e favorevole per l’espansione dell’areale dell’Orso bruno marsicano". In secondo luogo, un'altra ragione della protesta,  "con il taglio di 17 ettari di faggi secolari si andranno irrimediabilmente a compromettere gli obiettivi di conservazione del SIC del “Bosco della Vallonina”, esponendo l’Italia ad una procedura d’infrazione Europea che comporterebbe milioni di euro di multa". Per questi e altri motivi, quindi, il progetto non può considerarsi, come fa la Regione Lazio, "una sintesi tra le esigenze di sviluppo turistico nel pieno rispetto del territorio e delle bellezze naturalistiche". Il piano, ha spiegato l'assessore regionale al Lavoro e Politiche per la ricostruzione Claudio Di Berardino, "è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Zingaretti e oggi con soddisfazione possiamo descrivere il progetto come una sintesi tra le esigenze di sviluppo turistico nel pieno rispetto del territorio e delle bellezze naturalistiche. Un progetto che è anche il risultato di revisioni significative rispetto a quello proposto anni fa e che è stato poi approvato a fronte di un capillare lavoro amministrativo, a tutela di tutti".

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