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Ostia, tentata estorsione ad imprenditrice: condannati Riccardo Papagni e Roberto “Er Nasca” De Santis

Condanna a cinque anni: questo è quanto deciso dal gup nel processo con rito abbreviato nei confronti dell’imprenditore Riccardo Papagni e del boss Roberto De Santis, detto Er Nasca.
A cura di Beatrice Tominic
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Lo ha deciso il gup nel corso del processo con rito abbreviato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso: l'imprenditore balneare e fratello del presidente di Federbalneari, Paolo Riccardo Papagni e il boss del litorale romanno Roberto De Santis, detto Er Nasca, sono stati condannati a cinque anni di carcere.

Arriva così la conferma a di quanto accaduto anche dal tribunale di Roma. L'inchiesta era partita nel gennaio 2022 dopo la denuncia da parte dell'imprenditrice Barbara Mezzaroma, a capo dell'omonimo gruppo di costruzioni. L'imprenditrice aveva sporto denuncia ai carabinieri del Nucleo investigativo di Ostia: i due, Papagni e il boss del litorale De Santis, le avevano offerto protezione nell'ambito di un appalto per realizzare un complesso residenziale ad Ostia, in via delle Quinqueremi. In cambio le avrebbero estorto 500mila euro.

Mezzaroma, invece, segnalando la situazione alle autorità ha permesso che i militari si mettessero in moto: grazie alle loro verifiche e agli accertamenti sono riusciti ad arrestare i due nel gennaio 2022 e oggi entrambi sono finiti davanti al gup che li ha condannati a cinque anni di carcere.

La condanna e i precedenti

L'appuntamento in aula si è concluso con la doppia condanna, cinque anni di prigione per entrambi, per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nei confronti di De Santis, già condannato per aver gambizzato il boss Vito Triassi nel 2007 a Casal Palocco, inoltre, i pm avevano inizialmente richiesto una condanna a 14 anni.

Anche Paolo Riccardo Papagni è un volto già conosciuto dagli inquirenti. Anche lui è accusato di minacce e tentata violenza privata contro la giornalista di Repubblica Federica Angeli insieme ad Armando Spada. Proprio la giornalista, all'epoca, raccontò ai giudici che era stato lo stesso Spada a suggerirle di indagare sulla famiglia dei Papagni: "Intervistai Papagni che mi ricevette nel suo ufficio allo stabilimento balneare Le Dune (stabilimento di cui sono proprietari i Papagni già attenzionato per abusi edilizi, ndr) – ha ricordato la cronista – Quando, nei giorni successivi, ci sentimmo di nuovo al telefono, mi lanciò un chiaro avvertimento. Mi disse di ricordarmi che ‘chi sbaglia prima o poi la paga' e che avrebbe potuto bloccare la mia carriera: dopo questa telefonata ho deciso di sporgere denuncia".

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