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Ospedali al collasso, i medici di Roma: “Pochi lavoratori e precari, salute dei pazienti a rischio”

Troppi pochi lavoratori negli ospedali del Lazio, contratti precari ed esternalizzazioni: l’Ordine dei medici di Roma chiede l’intervento delle istituzioni per sanare una situazione drammatica e che rischia di portare le strutture al collasso. Con rischi per la salute dei cittadini.
A cura di Natascia Grbic
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Mancanza di personale, pazienti che devono essere ricoverati ma rimangono giorni in pronto soccorso per problemi di spazio, blocco cronico delle ambulanze. L'Ordine provinciale di Roma dei Medici – Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) lancia l'allarme: nel Lazio le strutture sono in emergenza, la situazione è drammatica e servono interventi immediati. Soprattutto, dicono i medici con forza, "basta una volta per tutte con la precarietà e le esternalizzazioni".

Già il 5 agosto Simeu Lazio in una lettera aveva denunciato la situazione in cui versano le strutture ospedaliere regionali. Una situazione di cui fanno le spese non solo i pazienti, ma anche il personale sanitario, costretto a lavorare a ritmi inumani e in condizioni di precarietà. Non solo. L'OMCeO asserisce che "tale condizione, se non risolta in tempi brevissimi porterà a un inevitabile collasso delle strutture dell'emergenza-urgenza su tutto il territorio regionale", mettendo "in pericolo la salute sui pazienti".

"Nonostante questa situazione drammatica – ha dichiarato Antonio Magi, presidente dei medici romani – come Ordine dobbiamo doverosamente mettere in evidenza l’abnegazione degli operatori di Pronto Soccorso del Lazio che stanno assolvendo al proprio lavoro in una condizione veramente non più sostenibile e che non può più perdurare per la loro sicurezza e per quella dei pazienti".

"Chiediamo ancora una volta l’intervento delle istituzioni competenti e che trovino il coraggio una volta per tutte di risolvere strutturalmente la carenza di personale dell’emergenza-urgenza e non solo, potenziando il territorio, aumentando i posti letto disponibili, abbandonando per sempre una politica di precarietà con contratti anomali ed esternalizzazioni che non risolvono il problema ma ne amplificano inevitabilmente gli effetti negativi".

"Come Ordine dei Medici di Roma – conclude Magi – ci scusiamo noi al posto di altri che dovrebbero metterci la faccia ma che invece, pur essendo in posizioni apicali, continuano a rimanere dietro le quinte e colpevolmente assenti o distratti, sia nei territori che nelle strutture ospedaliere".

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