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Omicidio Marco Vannini

Omicidio Vannini, revocata a Ciontoli onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana

In Gazzetta Ufficiale si legge che ad Antonio Ciontoli è stata revocata l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “al merito della repubblica Italiana”. Un riconoscimento che Ciontoli, condannato per l’omicidio di Marco Vannini, aveva ricevuto dal presidente della repubblica il 27 dicembre del 2008.
A cura di Alessia Rabbai
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Revocata ad Antonio Ciontoli l’onorificenza di Cavaliere dell'Ordine "al merito della Repubblica Italiana". È quanto scritto sulla Gazzetta Ufficiale e riportato per primo dalla testata locale Terzo Binario. In data 9 ottobre 2021 si legge: "Su disposizione del cancelliere dell'Ordine, si comunica che il sigor Antonio Ciontoli, in seguito alla sentenza di condanna ad anni quattordici di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per omicidio volontario con dolo eventuale, emessa dalla Corte d'assise di appello di Roma in data 30 settembre 2020 e confermata dalla Suprema Corte di Cassazione in data 3 maggio 2021, è stato privato, ai sensi dell'art. 28 del codice penale e dell'art. 11 del decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1952, n. 458, dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine ‘Al merito della Repubblica italiana', conferitagli con decreto del Presidente della Repubblica in data 27 dicembre 2008″.

Antonio Ciontoli condannato per l'omicidio di Marco Vannini

La Suprema Corte di Cassazione ha condannato Antonio Ciontoli a quattordici anni di carcere per l'omicidio volontario con dolo eventuale di Marco Vannini, il ventenne di Cerveteri ucciso da un proiettile nella villetta della famiglia della fidanzata Martina in via Alcide De Gasperi a Ladispoli, sul litorale della provincia di Roma la notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015. Una sentenza definitiva che è arrivata a sei anni di distanza dalla scomparsa del ragazzo, uno dei casi di cronaca nera più dibattuti d'Italia e che ha coinvolto maggiormente l'opinione pubblica. Il verdetto della Cassazione ha confermato quanto le condanne inferte dalla Corte d'Appello Bis, la moglie del capofamiglia Maria Pezzillo e i figli Federico e Martina a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario. Secondo i giudici, come si legge nelle motivazioni della sentenza finale "la condotta di Ciontoli fu spietata, non solo assolutamente anti doverosa ma caratterizzata da pervicacia e spietatezza, anche nel nascondere quanto realmente accaduto". Dopo il ferimento di Marco infatti Antonio Ciontoli tardò a chiamare i soccorsi che arrivarono in ritardo, quando ormai per Marco non c'era più nulla da fare.

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