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Nudo contro la guerra in Ucraina a San Pietro: “Rito penitenziale per altare profanato”

Il provvedimento preso dopo che un ragazzo si è spogliato sull’altare in segno di protesta alla guerra in Ucraina: dopo l’interrogatorio, è stato obbligato a lasciare il territorio italiano.
A cura di Beatrice Tominic
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Si trovava all'interno della Basilica di San Pietro in Vaticano quando, nella serata di giovedì scorso, è andato verso l'altare centrale, ci è salito sopra e ha iniziato a spogliarsi fino a restare totalmente nudo in piedi sul tavolo riservato alle celebrazioni, sul piano di marmo, proprio sotto il Baldacchino del Bernini. Fermato immediatamente dalla gendarmeria, ha dichiarato di averlo fatto in segno di protesta contro la guerra in Ucraina.

Per quanto avvenuto giovedì sera, primo giugno, il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, ha organizzato un rito penitenziale. La celebrazione, prevista per oggi a mezzogiorno, si svolge presso l'Altare della Confessione della Basilica di San Pietro, con i canonici del Capitolo di San Pietro e con i fedeli presenti. La conferma è poi arrivata direttamente dalla Sala Vaticana.

La protesta sull'altare di San Pietro

Come ha scritto lo stesso Vatican News, la decisione è stata presa in seguito alla profanazione dell'altare, avvenuta giovedì scorso, quando l'uomo è salito sull'altare nudo contro la guerra in Ucraina. Mancava poco alla chiusura della Basilica di San Pietro, quando i custodi e i gendarmi hanno notato l'uomo. Si sono avvicinati, lo hanno fatto scendere dall'altare e rivestire. Poi lo hanno portato negli uffici della gendarmeria e, chiedendogli le ragioni del suo gesto, avrebbe spiegato di aver agito proprio in segno di protesta contro la guerra in Ucraina specificando di soffrire per i bambini ucraini che perdono la vita sotto ai bombardamenti russi.

Sulla schiena l'uomo aveva scritto a pennarello Save children of Ukraina, un vero e proprio appello a salvare i bambini dell'Ucraina. Quando custodi e gendarmi l'hanno raggiunto, non ha gridato né opposto resistenza. Dopo essere stato identificato, è stato sottoposto ad un primo interrogatorio: sembra che l'uomo abbia dimostrato forti problemi dell'umore con gravi sintomi depressivi.

Subito dopo il colloquio, in base alle norme del Trattato Italia-Santa Sede, l'uomo è stato consegnato dalle autorità vaticane alla polizia italiana che gli ha consegnato un foglio di via, con obbligo di lasciare il territorio italiano.

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