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Peste suina a Roma, le ultime notizie

Nessuno spara (ancora) ai cinghiali e D’Amato si arrabbia: “Ritardi incomprensibili”

Ancora due casi di peste suina nel Lazio: l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato chiede che si proceda urgentemente all’abbattimento selettivo dei cinghiali, in modo da evitare la diffusione del virus.
A cura di Natascia Grbic
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"È necessario rapidamente mettere in atto una vera e propria azione di riduzione della pressione dei cinghiali anche attraverso un piano di abbattimenti selettivi, non comprendo i ritardi". A dichiararlo è l'assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato. Solo ieri, sono stati notificati altri due casi di peste suina in un piccolo allevamento nella zona rossa perimetrata, dove già si erano verificati casi della malattia. I due maiali infetti, ha spiegato l'assessore, sono stati immediatamente abbattuti dai servizi veterinari della Asl. Subito dopo ha convocato una task force per discutere del problema: nodo della questione, gli abbattimenti, in ritardo rispetto a quanto precedente pattuito. Ora l'assessore chiede che si proceda all'abbattimento dei cinghiali senza indugi.

Quali sono i tempi per l'abbattimento dei cinghiali

Un'ordinanza firmata dal commissario straordinario della peste suina africana Angelo Ferrari prevede la chiusura dei varchi e dei passaggi per contenere l'accesso ai cinghiali in città, la pulizia dei cassonetti e delle strade dai rifiuti, il corretto smaltimento delle carcasse e l'avvio di catture e abbattimenti. Il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 21 maggio, stabilisce che si hanno trenta giorni di tempo per dare il via alla cattura e all'abbattimento dei cinghiali. Spetta al prefetto definire un piano con tutte le modalità per gli abbattimenti selettivi dei cinghiali, che avverranno tramite cacciatori abilitati che già operano sul territorio nazionale. In realtà, quindi, non ci sarebbero ritardi sul piano di cattura e abbattimento.

Un anno per debellare la peste suina

Il virus della peste suina interessa esclusivamente i suidi, ossia maiali e cinghiali. Non è trasmissibile all'uomo, che non ne può essere infettato. Secondo il commissario Ferrari ci vorrà almeno un anno per debellare la malattia. "Sui tempi bisogna avere pazienza di comprendere come sarà evoluzione della malattia – ha dichiarato – Ci aspettiamo una autoestinzione e per l'eradicazione ci vorrà un anno dall'ultima carcassa positiva. L'obiettivo essenziale è quello di contenere la malattia ed eradicarla da questo Paese. Oggi il virus si propaga all'interno del mondo dei selvatici e vogliamo evitare il passaggio al suino domestico".

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