1.239 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Maltrattava la moglie dopo matrimonio combinato, il padre della donna uccide capo rom

Maltrattava la moglie, così il padre della sposa è intervenuto per riportare la figlia a casa. Ma il matrimonio era combinato ed è iniziata una guerra fra famiglie.
A cura di Beatrice Tominic
1.239 CONDIVISIONI
Immagine

Si era sposata con un matrimonio combinato, ma poi il marito aveva iniziato a maltrattarla. Così il padre della donna ha preso le difese della figlia e ha fatto saltare l'accordo fra le due famiglie. La guerra fra le due famiglie, però, iniziata all'interno del campo della periferia sud di Roma, si è conclusa con un morto: neanche il consiglio degli anziani, una sorta di "corte di cassazione" per le persone del clan, come riporta la Repubblica, è riuscito a scongiurare la morte di un capo clan, colui che aveva organizzato il matrimonio combinato dopo una lunga guerra fra le due famiglie, all'interno del campo nomadi alla periferia sud della capitale.

La fine del matrimonio combinato

I due ragazzi non avevano ancora diciotto anni quando si sono sposati: la famiglia del marito ha pagato 12mila euro per garantire il matrimonio. La ragazza in breve tempo è rimasta incinta e si è trasferita, insieme alla famiglia del marito, in Francia. Fin da subito la giovane ha iniziato ad accusare il ragazzo di maltrattarla, mentre la famiglia del marito restava indifferente a quanto accadeva. Non appena scoperto dei maltrattamenti, è stato il padre della sposa  a decidere di riprendere la figlia: quando la famiglia del genero ha scelto di tornare in Italia, il 4 settembre 2015, ha riportato a casa sua figlia.

L'appuntamento con il consiglio dei saggi

Dopo l'intervento del padre della sposa, è iniziata la guerra fra le due famiglie nel campo rom della periferia romana. Neppure il consiglio dei saggi è riuscito a far risolvere la situazione pacificamente fra le due famiglie. Quella dello sposo ha continuato a rifiutare le accuse di maltrattamenti nei confronti della ragazza: sostengono che per lei avevano pagato 12mila euro. Per porre fine alla situazione, l'appuntamento con i saggi della comunità era stato organizzato per il 12 settembre del 2015. Ma appena un giorno prima, la situazione è precipitata.

La battaglia fra famiglie e la morte del nonno dello sposo

L'11 settembre del 2015, un giorno prima dell'appuntamento con i saggi, circa una trentina di ragazzi appartenenti alla famiglia dello sposo, per la maggior parte minorenni, sono arrivati dalla famiglia della sposa. Li hanno sorpresi in casa, nel campo che si trova in piazzale dei Militari caduti nei lager. Il capo della famiglia dello sposo ha in iniziato ad affrontare il capo della famiglia (e padre) della sposa: in breve tempo iniziano a lottare fra loro con mazze, risse fra singoli individui.

Fra le trenta persone anche lo sposo che, salito in automobile, ha iniziato a sfrecciare nel campo. Per evitare il peggio, anche il padre della sposa sale in automobile, deciso a sbarrare la strada al genero. Una volta ingranata la retromarcia, però, ha travolto il nonno dello sposo, che è morto sul colpo.

La condanna per omicidio colposo

Botte con pugni e mazze, con cui i membri delle due famiglie si colpivano, ma anche automobili a tutta velocità: è così che il padre della sposa ha ucciso il nonno dello sposo. L'uomo è stato condannato a 5 anni di carcere per omicidio colposo: le motivazioni della sentenza, che è stata depositata ieri, oltre a ripercorrere la vicenda delle due famiglie, riportano anche la realtà rom nella capitale.

1.239 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views