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L’inferno della droga dello stupro: “Il chemsex ti distrugge, riesci a fare sesso solo con sostanze”

A Villa Maraini, la struttura romana della Croce Rossa per il trattamento delle dipendenze patologiche, è stato istituito un percorso terapeutico ad hoc per la cura del ‘chemsex’, parola che descrive il il connubio patologico di sesso e droga.
A cura di Enrico Tata
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La recente e importante inchiesta sulla droga dello stupro (GHB/GBL) importata dall'estero sul dark web ha gettato nuova luce sul fenomeno del ‘chemsex', parola che viene utilizzata per descrivere l'associazione di una combinazione di farmaci con l'attività sessuale per favorirla e prolungarne la durata. A Villa Maraini, la struttura romana della Croce Rossa per il trattamento delle dipendenze patologiche, è stato istituito un percorso terapeutico ad hoc per la cura del ‘chemsex'. Spiega ai microfoni di Fanpage.it il fondatore di Villa Maraini, Massimo Barra: "Avendo visto negli ultimi tempi che c'era un aumento di persone che venivano qua per questo specifico problema, abbiamo specializzato uno dei nostri servizi per l'accoglienza ai malati di chemsex. Noi abbiamo il mandato di curare chiunque soffra per un problema legato alla droga, senza discriminare, giudicare o condannare. Per questo abbiamo acceso un faro su queste persone per cercare di aiutarli a sopravvivere".

Una delle persone che si è rivolta a Villa Maraini per curare la sua dipendenza è Marco (nome di fantasia): "Il chemsex ti rovina psicologicamente e sessualmente perché tu arrivi a fare sesso soltanto se usi sostanze. Ho fatto festini, poi se vai in un festino arrivi a un ‘top della fattanza', la gente che ti ospita in casa esagera con il GHB che ti dà e collassi. Molta gente poi ne approfitta perché non ricordi più nulla. Gente che mentre sei fatto e stai male, se ne frega". Marco sostiene che "queste droghe ti distruggono la mente e per uscirne ci vuole tanto tempo. Quando abitui il corpo e la mente a quella sostanza non c'è limite. Io non faccio più sesso da molto tempo, abbino ancora quello con quello, anche se sono mesi che sto qua. Non è facile riabituare la mente alla sessualità senza sostanze".

Marco Civico, psicologo in servizio a Villa Maraini, spiega che "l'utilizzo di determinate sostanze fa sì che i livelli di consapevolezza e vigilanza si abbassino tragicamente e quindi l'individuo si espone ad atti lesivi e autolesivi. Abbiamo assistito negli ultimi anni anche ad omicidi.  Il chemsex rappresenta un binomio insostituibile e inscindibile di sesso e droga. Il nostro obiettivo è riuscire a sganciare questi aspetti per permettere alle persone di vivere una sessualità sana".

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