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Covid 19

Lavoratori in cassa integrazione trasferiti dal focolaio di Rocca di Papa a quello di Rieti

Con una comunicazione, la società San Raffaele S.p.A ha informato i lavoratori del loro trasferimento immediato presso la struttura di proprietà del gruppo a Rieti, dove al momento è attivo un altro focolaio di coronavirus. Una decisione legittima, che però ha scatenato le proteste dei sindacati, che non sono stati avvertiti.
A cura di Redazione Roma
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"Buongiorno, la società San Raffaele S.p.A, per urgenti e immediate ragioni tecnico-organizzative, dispone con decorrenza immediata il suo trasferimento presso il San Raffaele Borbona (RI)". Inizia così la mail inviata ai lavoratori del gruppo San Raffaele, società balzata in cima alla cronache per la strage di anziani avvenuta nella prima fase della pandemia. Un fatto estremamente grave, che ha spinto la Regione Lazio a revocare l'accreditamento alla clinica. Decine di lavoratori sono finiti in cassa integrazione: così la società ha deciso di trasferirli in un'altra Rsa a Rieti, sempre di proprietà della San Raffaele. Dove nelle ultime ore è scoppiato un altro focolaio di coronavirus, con 67 positivi tra operatori sanitari e pazienti. Una decisione totalmente legittima da parte dell'azienda (i lavoratori in cassa integrazione, che sono operatori sanitari preparati per gestire questo tipo di situazioni, possono essere spostati da una struttura all'altra), che però ha scatenato la protesta dei sindacati, non informati del trasferimento e che hanno evidenziato diverse criticità.

In una lettera inviata al Gruppo San Raffaele, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto conto del trasferimento ‘con decorrenza immediata', avvenuto senza informare le organizzazioni sindacali. Quest'ultime denunciano inoltre che il trasferimento non è stato motivato, né sono stati comunicati ‘i termini temporali del trasferimento', né i ‘criteri di selezione del personale'. Oltre al fatto che i lavoratori non sono stati informati dei termini economici riguardo ‘l'indennità di trattamento'.

Di focolaio in focolaio. Si tratta del terzo cluster nelle strutture del gruppo San Raffaele nel Lazio. Il primo a Rocca di Papa, dove sono stati 43 i decessi provocati da malattia da Covid-19, con il 50 per cento dei pazienti che è rimasto contagiato. La Regione Lazio ha per questo revocato l'accreditamento al servizio sanitario, decisione ribadita lo scorso 14 settembre anche da Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso della Rsa. Il secondo cluster è stato registrato all'ospedale San Raffaele Pisana. Sono sono stati oltre 120 i casi complessivi legati a quella struttura tra ospiti, personale sanitario e parenti. Sono stati registrati fino ad ora anche 6 decessi. La procura di Roma sta indagando per epidemia e omicidio colposo. Questo alla San Raffaele di Borbona a Rieti è il terzo focolaio del gruppo.

Di Simona Berterame e Natascia Grbic

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