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La marea femminista riempie Roma con un grande corteo: “Donna, vita, libertà”.

A Roma la prima vera manifestazione d’opposizione alla destra: tocca al movimento femminista. Tanti gli slogan contro il governo Meloni, contro la cultura patriarcale e la violenza maschile sulle donne. Su un lenzuolo i nomi delle vittime di femminicidio dall’inizio del 2022.
A cura di Redazione Roma
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La manifestazione nazionale indetta dal movimento Non Una Di Meno ha invaso le strade di Roma. Il serpentone si è mosso da piazza della Repubblica per raggiungere piazza San Giovanni. Almeno 50.000 le persone in strada, tra slogan, cartelli e musica. A dominare la manifestazione il fucsia e il rosa, con le attiviste con i fazzoletti sul viso o attorno al braccio. "Rivolta transfemminista", recita lo striscione di apertura, mentre "basta guerre sui nostri corpi" è il claim della manifestazione convocata anche per quest'anno in prossimità della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Tanti anche gli slogan contro il governo e la premier della destra di Fratelli d'Italia. "Governo Meloni preparati a tremare, siamo libere di lottare", scandiscono le tante giovani e giovanissime presenti al corteo.

Prima della partenza l'esibizione di teatro-danza del gruppo Our Voice, poi la performance di un gruppo di attiviste e attivisti iraniane: prima si sono legati tra di loro poi, con un fischietto, hanno sciolto le corde con cui si erano intrecciati tra loro. "Donna, vita, libertà" è non a caso uno dei tanti slogan che tornano lungo il corteo. "Jin, Jiyan, Azadi" in curdo, la parola d'ordine della rivolta in corso Iran. Non manca l'ironia sui cartelli, come quello che recita "La vita inizia dopo il caffè con buona pace degli antiabortisti" o "La presidente, molto più di un questione linguistica", e poi ci sono le parole d'ordine storiche del femminismo: ‘Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano". In piazza c'è anche chi ha portato un lungo lenzuolo con i nomi delle donne uccise nel 2022 in Italia.

Su via Cavour il grido muto delle manifestanti, che si sono sedute in terra in silenzio per un minuto per poi esplodere in un urlo di rabbia contro i femminicidi e le violenze sulle donne: "Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce". Domani il movimento femminista si riunirà in assemblea alla facoltà di Lettere dell'università di Roma Tre per concordare le prossime tappe di mobilitazione.

Istanbul: "Giovane italiana in stato di fermo dopo corteo"

Mentre il corteo sfila arriva la notizia che una giovane donna italiana è stata fermata dalle forze dell'ordine a Istanbul ed è tutt'ora trattenuto, dopo aver partecipato a una manifestazione di donne in occasione della giornata mondiale contro la violenza maschile. La Farnesina ha confermato il fermo e di star lavorando al rilascio con le autorità turche, e di essere in contatto con la famiglia della ragazza. A dare per prima la notizia l'associazione di attiviste turche Mor Dayanisma, che parla del fermo di un'altra straniera proveniente dall'Azerbaigian.

Pro Vita denunciano: "Attacco femminista alla nostra sede"

La sede romana di Pro Vita Famiglia in viale Manzoni è stata secondo il gruppo anti abortista "vandalizzata e imbrattata con vernice rossa e affissioni inneggianti all'aborto libero". Pro Vita parla di "un attacco femminista" e di un episodio di "fascio femminismo", a poche ore "dalla manifestazione a Roma contro la violenza sulle donne promossa dal collettivo ultra-femminista Non Una Di Meno". Il collettivo "Lea Berta Cacares", ha rivendicato l'azione sui propri canali social: "L’attacco all’aborto legittima la violenza patriarcale ed è la battaglia identitaria principale della destra autoritaria.  Per questo oggi saremo in piazza, con la rivolta transfemminista contro la violenza, l’oppressione e la povertà. Per fare dell’autodeterminazione un terreno di lotta e dell’autodifesa una pratica collettiva di resistenza alla violenza".

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