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Incendio a Malagrotta: le fiamme sono partite da due roghi diversi

Continuano le indagini sull’incendio a Malagrotta e non è ancora esclusa l’ipotesi colposa. Nel frattempo a Fiumicino una nuova ordinanza annulla le precedenti.
A cura di Beatrice Tominic
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L'incendio al Tmb di Malagrotta (Foto Facebook)
L'incendio al Tmb di Malagrotta (Foto Facebook)

L'incendio che ha colpito lo stabilimento di Malagrotta poco più di una settimana fa si è sviluppato a partire da due roghi distinti: questo è quanto è emerso fino ad ora dalle indagini.  In questi giorni vigili del fuoco, come riporta in un articolo il Corriere della Sera, stanno valutando i tempi di innesco delle fiamme per stabilire le cause dei due focolai. Un rogo potrebbe aver scatenato l'altro a causa di un possibile sovraccarico degli impianti o per la cattiva gestione dei rifiuti si tratterebbe di un evento colposo.

Diversamente, invece, l'indagine investigativa sarebbe totalmente diversa nel caso in cui i pompieri dovessero scoprire che le fiamme, in entrambi i casi, sono divampate contemporaneamente: in quel caso sarebbe confermata l'ipotesi di incendio doloso. Da analizzare, in ogni caso, il malfunzionamento del sistema antincendio.

L'ipotesi di incendio accidentale

Come è emerso subito, il primo rogo ha avuto origine nella vasca di stoccaggio del cdr, cioè del combustibile altamente infiammabile che si ricava nell'impianto tmb (trattamento meccanico biologico) dopo il passaggio dei rifiuti. Il secondo, invece, è nato nell'area di accumulo dei rifiuti ancora da trattare.

Secondo questa prima ipotesi, quella dell'incendio accidentale, le fiamme del secondo rogo si sarebbero propagate a causa di una scintilla o di uno scoppio proveniente dal primo. O, ancora, le fiamme potrebbero aver viaggiato lungo i nastri trasportatori: questa ulteriore ipotesi spiegherebbe anche i danni ad uno dei tmb nell'area industriale.

Le indagini in corso: telecamere di sorveglianza distrutte

Nel frattempo continuano le verifiche da parte dei carabinieri del Noe, Nucleo Operativo Ecologico, commissionati dal pm Alberto Galanti. Purtroppo le fiamme hanno distrutto anche le videocamere di sorveglianza del tmb e le immagini non potranno essere utilizzate: adesso il primo passo sarà quello di provare ad estrapolare comunque i filmati, grazie all'intervento dei colleghi del Racis, Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche.

Stop alle ordinanze a Fiumicino

Mentre continuano le indagini da parte delle autorità, nella tarda serata di ieri il sindaco di Fiumicino Esterino Montino ha firmato una nuova ordinanza con cui annulla tutte quelle emesse nei giorni scorsi. Il  livello di diossina sembra essere tornato nei parametri, quindi anche il pericolo è diminuito. La raccomandazione è sempre quella di lavare con attenzione la frutta e la verdura che provengono dalla zona colpita, con la nuova ordinanza sembra essere tornati alla normalità.

"Il report Arpa definisce "del tutto irrilevante" il pericolo associato ai livelli dei contaminanti riscontrati – ha dichiarato il sindaco Montino che, dopo essersi consultato con Arpa e Asl ha firmato la nuova ordinanza -Da adesso si può tornare a consumare gli alimenti di origine animale e vegetale prodotti nel nostro territorio, anche nell'area colpita dalla nube prodotta dall'incendio. Gli animali da cortile possono tornare a razzolare liberamente e si può tornare a dare da mangiare i foraggi e i cereali agli animali".

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