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I pini di Roma rischiano di scomparire ora: 50.000 a rischio abbattimento, la colpa è di un insetto

Sono almeno 50.000 i pini di Roma (circa un terzo del totale) che rischiano l’abbattimento nel giro di un anno per l’azione della cocciniglia tartarugata, un insetto infestante proveniente dal Nord America che si riproduce in modo esponenziale. Se non si agisce tempestivamente la capitale rischia di perdere un patrimonio naturale, cultura, paesaggistico inestimabile.
A cura di Redazione Roma
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"Come pini di Roma, la vita non li spezza", è uno dei versi di una delle canzone cult di Antonello Venditti "Notte prima degli esami". Nella strofa gli alberi che rappresentano un tratto distintivo del paesaggio della capitale dal centro fino a Ostia, servono da metro da paragone per quei "quattro ragazzi" che si preparano a sostenere la maturità. Ma oggi proprio quei pini sono a rischio e la città rischia così di perdere un patrimonio inestimabile paesaggistico, naturale, culturale. Alberi secolari che se dovessero essere abbattuti in massa per colpa di un insetto infestante, conosciuto come cocciniglia tartaruga il cui nome scientifico è ‘toumeyella parvicornis'.

Le previsioni drammatiche vengono fatte all'AGI da Pierfrancesco Malandrino – dottore in scienze forestali e arbicoltore – che lavora come consulente per diverse società, che ha spiegato come circa un terzo dei 150.000 pini della Città Eterna sono a rischio abbattimento nel giro di un anno. La cocciniglia tartaruga è comparsa circa 4 anni a Roma, ma ha conosciuto una diffusione esponenziale negli ultimi mesi

"Tra settembre e l'anno prossimo ci sarà una situazione gravissima, con piante secche, a cui resta un solo destino: essere abbattute, per non diventare pericolose" per la cittadinanza", spiega l'esperto. La cocciniglia tartarugata proviene dal Nord America e prima di essere segnalata a Roma ha fatto la sua comparsa in Campania. "Sono le importazioni di piante e legname ad averlo introdotto nel nostro ambiente. E non è un caso che sia entrato proprio da una città portuale come Napoli", aggiunge Malandrino.

Il pericolo dunque non è solo di natura ambientale, non c'è solo il depauperamento del paesaggio e dell'ambiente urbano, ma anche un pericolo di sicurezza per i romani che rischiando di versi – letteralmente – cadere gli alberi in testa più di quanto già non avvenga a causa delle mancata cura delle alberature. Ma c'è un modo di salvare gli alberi? Non è così semplice, anzi è "difficile, soprattutto in città, perché non si possono spargere insetticidi a spruzzo tra le case", ma è anche vero che ancora non si "ha ancora un protocollo di intervento del servizio fitosanitario nazionale e a seguire regionale". Ma oltre agli insetticidi non è escluso che si possa inserire nell'ambiente un altro insetto in grado di fare piazza pulita della cocciniglia. Di certo c'è una cosa: il tempo stringe per salvare i pini di Roma.

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