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Gli studenti occupano il Mamiani: “La scuola del merito non è quella che vogliamo”

Gli studenti del liceo Mamiani hanno occupato la loro scuola. “In un sistema opprimente e repressivo, scegliamo di costruire il nostro modello di formazione e il nostro modello di socialità”.
A cura di Natascia Grbic
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Gli studenti del liceo Mamiani a Roma hanno occupato l'istituto nella serata di oggi, martedì 8 novembre. A comunicarlo sono stati gli studenti del collettivo autorganizzato, che spiegano: "In un sistema opprimente e repressivo, scegliamo di costruire il nostro modello di formazione e il nostro modello di socialità. È una fase storica di crisi su più disparati fronti: da quella economica, con le relative cadute sociali, a quella energetica; da quella climatica, ancora non degna di essere ritenuta tale, a quella politica che investe il nostro apparato istituzionale".

Al centro del discorso degli studenti, le proteste contro il nuovo governo di centrodestra presieduto da Giorgia Meloni e il modello scolastico, improntato più sul merito che sulla voglia di lavorare sulla capacità di ragionamento. Una conseguenza anche dettata dal fatto che accanto alla dicitura ‘dell'istruzione', accanto a ministero è comparso ‘del merito'.

"L'intento primario della nuova compagine governativa è naturalmente far emergere gli elementi reazionari – continua la nota del collettivo – Non a caso le prime misure spaziano da restrizioni a occasioni di collettività a inasprimenti del sistema giudiziario". Nel testo è menzionato anche lo sgombero del rave di Modena, che ha portato all'emanazione di un decreto legge che punisce severamente i free party, che per gli studenti è sintomatico della mancata interpretazione del "disagio di una generazione che non dispone di spazi adeguati a socializzare".

Gli studenti si scagliano anche contro Eduscopio, il sistema di valutazione dei licei tramite il voto dei suoi diplomati, e l'alternanza scuola-lavoro introdotta dalla Buona Scuola. Un modo, spiegano gli studenti, con cui le aziende sono entrate nelle scuole, "per far valere gli interessi non degli studenti, ma del comparto aziendale".

"La scuola che vogliamo è esattamente l'opposto – concludono gli studenti – Per noi è necessaria una scuola non incentrata unicamente sulle lezioni frontali, che valorizzi le capacità del singolo studente, che non si basi sulla competizione ma su una maggiore collaborazione. Vogliamo che tutti abbiano pari opportunità, che ci sia una tutela degli studenti anche dal punto di vista dei disturbi d'ansia e mentali. In un contesto politico come questo, nel quale non siamo rappresentati, nel quale le istituzioni reprimono ogni forma di dissenso sociale, nel quale la sinistra fa la corsa a rivendicare le lotte studentesche, nel quale le destre si sentono possibilitate a sdoganare le proprie radici fasciste ed estremamente liberali, vediamo nell'occupazione del nostro istituto l'unica possibilità di esprimerci autorganizzandoci e autorappresentandoci".

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