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Giulio massacrato dal branco e ridotto in coma a 17 anni: condannate 3 persone

Pestato fino al coma: accusati per lesioni in concorso nei confronti di Giulio Di Curzio, tre dei quattro imputati sono stati condannati per quanto accaduto nel 2017 all’Eur a Giulio Di Curzio.
A cura di Beatrice Tominic
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Lo hanno preso a calci e pugni dopo una serata in discoteca all'Eur al Room 26. Era il 7 ottobre del 2017 e dopo il brutale pestaggio il diciassettenne Giulio Di Curzio, rimasto esanime dopo essere precipitato nel parcheggio sotterraneo davanti alla Nuvola di Fuksas, è finito in coma per diversi mesi. In seguito a quanto accaduto si è aperto un processo ai danni degli imputati accusati di lesioni gravissime. Il procedimento si è concluso con tre condanne e un'assoluzione, dopo la richiesta di condanna a due anni e mezzo per i quattro imputati  arrivata da parte del pm lo scorso marzo accusati di lesioni gravi in concorso.

Le tre condanne per il pestaggio a Giulio Di Curzio

Dai quattro imputati, poco più grandi di Di Curzio e oggi tutti vicini ai trenta anni, l'unico assolto è stato Francesco Pea. La pena maggiore è stata inflitta, invece, a Patrizio Pintore, che aveva già dei precedenti, condannato ad un anno e tre mesi; un anno a Luca Natalizi, nove mesi per Giorgio Atturi. "Il tempo è galantuomo: abbiamo dovuto aspettare sei anni, ma oggi il Tribunale ha giustamente punito un atto vile e restituito giustizia alla vittima ed ai suoi familiari", hanno commentato il legale che assiste la famiglia Di Curzio, Pierpaolo Dell’Anno e il collega Luca Forte.

La rissa all'Eur nel 2017

La rissa è scoppiata in seguito ad una rissa che dal locale si è spostata all'esterno: uno dei quattro imputati, Natalizi, aveva rivolto alcuni apprezzamenti alla cugina di Di Curzio. È stato il diciassettenne ad avere la peggio: dopo un pugno in volto, viene picchiato dal gruppo e messo in fuga. Il ragazzo è scappato, attraversando la Cristoforo Colombo fino ad arrivare al centro congressi, nel parcheggio del quale verrà ritrovato ore dopo da una guardia giurata.

Le sue condizioni erano critiche, esanime sulla strada e con il volto coperto di sangue, con fratture al volto ed emorragie cerebrali, attribuire dalla consulenza di parte civile ai pugni ricevuti. Questa versione è stata accolta dai giudici secondo i quali, in quelle condizioni, il ragazzo non avrebbe mai potuto proseguire la sua fuga: per questo sono stati i ragazzi a dover rispondere di quanto accaduto.

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