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False consulenze, assolto dall’accusa di truffa il segretario del Pd Lazio Bruno Astorre

L’ex consigliere regionale del Lazio, attuale senatore e segretario regionale del Partito democratico, Bruno Astorre, è stato assolto pienamente dal tribunale di Velletri, perché il fatto non sussiste, in un processo che lo vedeva imputato per truffa. La vicenda riguardava alcune consulenze ritenute false dagli inquirenti negli anni in cui presidente del Lazio era Renata Polverini.
A cura di Enrico Tata
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L'ex consigliere regionale del Lazio, attuale senatore e segretario regionale del Partito democratico, Bruno Astorre, è stato assolto pienamente dal tribunale di Velletri, perché il fatto non sussiste, in un processo che lo vedeva imputato per truffa. La vicenda che riguarda l'ex vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio si riferisce agli anni tra il 2010 e il 2013. Il pronunciamento della corte quindi, è arrivato dopo quasi otto anni di indagini e processo. "La sentenza dimostra pienamente la correttezza del mio operato come vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, tra il 2010 e il 2013. Un ringraziamento va all'avvocato Alicia Mejia Fritsch per le sue ponderate scelte processuali, nonché a tutte quelle persone che in questi anni non mi hanno mai fatto mancare il loro pieno sostegno", ha scritto su Facebook il senatore Astorre, commentando la notizia dell'assoluzione.

Le accuse dei pm ad Astorre

Secondo l'accusa, infondata secondo la sentenza odierna, Astorre aveva chiesto e ottenuto finte consulenze per elargire compensi a suoi collaboratori di fiducia incaricati, per i pm, "per mera vicinanza politica". I fatti contestati vanno dal 2010 al 2013 quando presidente della Regione Lazio era Renata Polverini e Astorre era vice presidente del Consiglio Regionale. In totale le consulenze incriminate, per cui sono finiti a processo anche altri consiglieri regionali, sarebbero costate alla Regione circa 400mila euro. In pratica questi consulenti non avrebbero avuto i meriti necessari per essere nominati e, in secondo luogo, le consulenze erano mere operazioni di facciata.

Per quanto riguarda la posizione di Astorre, quest'ultimo avrebbe incaricato un consulente a lui vicino, il commercialista Claudio Spalletta, che avrebbe copiato e incollato parti di una tesi di laurea non sua con altri scritti trovati sul web. Pur non essendo competente, avevano ricostruito i pm, aveva incassato 83mila euro. I giudici del tribunale di Velletri hanno stabilito con la sentenza di oggi che il fatto non sussiste.

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