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Elezioni regionali Lazio 2023

Elezioni Lazio, Capriccioli (+Europa): “Educazione sessuale a scuola, cannabis terapeutica e diritti”

Alessandro Capriccioli, consigliere regionale uscente, è candidato alle elezioni regionali del Lazio nella lista +Europa, Radicali e Volt a sostegno di Alessio D’Amato.
A cura di Enrico Tata
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Alessandro Capriccioli, consigliere regionale uscente, è candidato alle elezioni regionali del Lazio nella lista +Europa, Radicali e Volt a sostegno di Alessio D'Amato. "A noi Radicali hanno sempre detto che i diritti sono un tema di nicchia, ma in realtà il dibattito politico attuale dimostra che si tratta di argomenti centrali dell'agenda politica. Penso alla salute riproduttiva delle donne, al diritto all'aborto, e ancora all'accoglienza", ha dichiarato nel corso di un'intervista rilasciata a Fanpage.it.

Un bilancio di questi anni come consigliere regionale. Quali sono gli obiettivi raggiunti?

Il bilancio di questi anni è molto positivo. L'obiettivo che mi ero posto era quello di portare in consiglio regionale soprattutto il tema dei diritti e quello dell'Europa. Siamo riusciti, per esempio, a portare avanti un lavoro importante sull'accoglienza in un periodo che è coinciso con la firma dei decreti sicurezza da parte di Salvini. In questo senso, con emendamenti al bilancio, siamo riusciti a limitare gli effetti nefasti del decreto Salvini, che lasciava tante persone in mezzo alla strada e le costringeva a interrompere il percorso di inclusione.

Sulla questione carceri, argomento che storicamente sta a cuore ai radicali, cosa è stato fatto e cosa c'è ancora da fare?

Abbiamo fatto più di 60 visite nelle carceri del Lazio in questi cinque anni per verificare le condizioni di vita dei detenuti, per affrontare i problemi e per denunciare situazioni poco chiare su cui bisognava fare luce, come è avvenuto nel carcere di Viterbo. C'è ancora molto da fare e penso al potenziamento dell'assistenza sanitaria ai detenuti anche in relazione alla salute mentale. Un altro tema su cui siamo intervenuti in questi anni, insieme a Marta Bonafoni, è la legge sul caporalato, una piaga in alcune zone della regione. Abbiamo fatto in modo che questa parola fosse finalmente pronunciata in consiglio regionale e che venisse riconosciuto come problema esistente sul territorio.

Sull'Europa quali i risultati che rivendica?

Il rapporto con l'Unione Europea è fondamentale. Abbiamo riformato la legge europea del Lazio in modo da migliorare i rapporti con l'Ue e vado fiero della legge che dichiara Ventotene come luogo della memoria. Non è stato soltanto un fatto simbolico, ma abbiamo anche investito e finanziato progetti e attività rivolti soprattutto ai giovani. Nei prossimi anni bisognerebbe continuare sul fronte sull'Europa, non soltanto a livello di fondi, ma proprio come partecipazione alle politiche dell'Unione Europea.

Sui diritti, altro tema caro ai radicali, cosa c'è ancora da fare nel Lazio?

Una cosa a cui tengo particolarmente è il finanziamento di progetti di educazione sessuale laica nelle scuole del Lazio. Avevamo presentato una proposta, anche in questo caso con Marta Bonafoni, ma non c'è stato tempo per approvarla. Inoltre. credo sia essenziale mettere mano a due questioni: la prima è quella che riguarda la cannabis terapeutica. Oggi ci sono migliaia di malati nel Lazio che non hanno accesso ai farmaci a base di cannabis per mancanza di scorte. Io penso che la Regione possa autorizzare la coltivazione a scopo terapeutico da parte dei privati. Per il momento, invece si può coltivare soltanto nello stabilimento militare di Firenze. Un'altra questione è quella delle dipendenze, rafforzare i servizi sulle dipendenze e anche sull'hiv. Grazie a una mia iniziativa è stato aperto in questo senso un primo presidio per la diagnosi precoce dell'hiv, che in Italia esiste soltanto a Milano, Roma e Bologna. Un check point le persone possono fare il test dell'hiv in modo anonimo, in un ambiente non ospedaliero.

Altri obiettivi che le stanno a cuore?

Credo sia decisivo nella prossima legislatura discutere in merito alla selezione della classe dirigente regionale. Ho presentato in questo senso una proposta di riforma della legge elettorale regionale con impianto maggioritario basato su collegi uninominali. In questo modo i candidati dovranno essere i più autorevoli possibili ed in grado di convincere gli elettori di un singolo collegio. Una cosa diversa rispetta a quella di ricevere qualche migliaio di preferenze. Questo, a mio avviso, aiuterebbe nella selezione di una classe dirigente autorevole. In secondo luogo c'è la quesitone delle primarie. In questo caso non sono state fatte, ma questo istituto di partecipazione democratica deve essere istituzionalizzato, deve avere regole certe e tempi certi.

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