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“Elena Aubry è morta per la strada dissestata”: pm chiede rinvio a giudizio per 7 indagati

In relazione al caso di Elena Aubry, la pm Laura Condemi ha chiesto il rinvio a giudizio e una condanna a due anni per l’unico imputato che ha scelto il rito abbreviato.
A cura di Enrico Tata
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Sono accusati di omicidio stradale in concorso in relazione alla morte della 26enne Elena Aubry. Per loro, sette indagati, la pm Laura Condemi ha chiesto il rinvio a giudizio e una condanna a due anni per l'unico imputato che ha scelto il rito abbreviato. Si tratta di sei funzionari comunali, tra cui gli ex direttori del Simu, dipartimento Sviluppo, infrastrutture e manutenzione urbana del Campidoglio. La condanna a due anni è stata chiesta per il responsabile della sorveglianza della ditta vincitrice dell'appalto per riparare la strada dov'è avvenuto l'incidente in cui ha perso la vita Elena. Stando a quanto si apprende, il gup deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio il prossimo 16 novembre.

La mamma di Elena Aubry: "Sicura che giustizia trionferà"

"Era suo dovere avvertire della gravità della situazione in cui versava quella strada. Dopo la morte di mia figlia, in quello stesso tratto sono caduti altri due motociclisti. Sono qui perché queste cose non succedano ad altri. Credo nelle istituzioni e sono sicura che la giustizia trionferà", ha dichiarato all'agenzia AdnKronos la mamma di Elena, Graziella Viviano, che oggi era presente in tribunale.

La vicenda di Elena Aubry

Elena Aubry è morta nel maggio del 2018 a 26 anni. Viaggiava a bordo della sua moto su via Ostiense, quando ha perso il controllo del mezzo ed è volata sull'asfalto. Per lei non c'è stato niente da fare. Quell'incidente, è la tesi dell'accusa, è stato causato dagli avvallamenti dell'asfalto di via Ostiense causati dalle radici degli alberi. Dopo la morte della ragazza, la strada è stata completamente rifatta. Le indagini sono terminate nell'estate del 2021, ma la data dell'udienza preliminare è slittata in ben due occasioni. Oggi, finalmente, la pm ha potuto presentare al giudice le sue richieste. Il gup, come detto, dovrà decidere se mandare a processo i sette indagati e se condannare l'ottavo che ha scelto il rito abbreviato (con sconto di un terzo della pena).

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