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Detenuto si suicida a 22 anni nel carcere Regina Coeli: la direttrice rischia il processo

Non doveva stare in carcere Valerio Guerrieri che il 24 febbraio del 2017 si è suicidato a Regina Coeli a Roma. La direttrice nei confronti della quale è stato chiesto il rinvio a giudizio rischia di finire a processo. Avrebbe dovuto procedere con il trasferimento in una Rems. Ora si attende la decisione del giudice.
A cura di Alessia Rabbai
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Rischia di finire a processo Silvana Sergi, la direttrice del carcere di Regina Coeli a Roma, accusata di morte come conseguenza di altro reato, limitazione della libertà personale e omissione d'atti d'ufficio. Nei suoi confronti è stato chiesto il rinvio a giudizio. Come riporta Il Corriere della Sera la direttrice è ritenuta presunta responsabile della morte del ventiduenne Valerio Guerrieri che si è suicidato, il quale in realtà non si sarebbe dovuto trovare in carcere, ma in una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), una struttura sanitaria di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi, oppure per chi, come in questo caso, è una persona soggetta a rischio suicidio. Proprio per questo motivo il giudice ne aveva disposto il trasferimento, ma il provvedimento non è stato eseguito. Oltre alla direttrice del carcere a rischiare di finire a processo è anche la dirigente dell’ufficio VI della direzione generale detenuti del Dap (dipartimento amministrazione penitenziaria) Grazia De Carli.

Valerio Guerrieri non doveva stare in carcere

I fatti risalgono al 24 febbraio del 2017 e sono avvenuti nel carcere di Regina Coeli. A togliersi la vita il ventiduenne, che era stato precedentemente condannato a quattro mesi di reclusione per resistenza e lesioni con rito abbreviato. Ma il giudice aveva revocato la detenzione in carcere, date le sue tendenze suicide, essendo le sue condizioni di salute incompatibili. Ad ottobre scorso il giudice delle indagini preliminari Claudio Carini ha respinto la richiesta di archiviazione del pm Attilio Pisani per la seconda volta. Sulle motivazioni per le quali il ventiduenne non sia stato fatto uscire dal carcere e non sia stato trasferito nella struttura protetta dovrà fare chiarezza il giudice. Ora si attende la decisione del gup sul rinvio a giudizio, che potrebbe vedere le due donne a processo.

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