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Clan Spada, al processo d’appello bis chiesti tre ergastoli per l’omicidio di boss rivali

In particolare secondo gli inquirenti meriterebbero il carcere a vita Carmine, Roberto e Antonio Spada. Tutti e tre gli esponenti del clan sono stati già condannati in primo grado all’ergastolo.
A cura di Enrico Tata
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Il procuratore generale della Corte d'appello di Roma, Francesco Mollace, ha chiesto tre ergastoli al processo d'appello bis nei confronti di alcuni membri del clan Spada di Ostia. In particolare secondo gli inquirenti meriterebbero il carcere a vita Carmine, Roberto e Antonio Spada. Roberto Spada, tra l'altro, è stato già condannato in via definitiva a sei anni di reclusione per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi.

La corte di Cassazione si è espressa sul clan Spada a gennaio del 2022 e ha ribadito quanto già stabilito in primo grado e in appello: si tratta di "un'associazione a delinquere di stampo mafioso". I giudici hanno tuttavia disposto anche un nuovo processo d'appello per il duplice omicidio di due esponenti di clan rivali. Giovanni Galleoni detto ‘Baficchio' e Francesco Antonini detto ‘Sorcanera', i nomi delle due vittime. Antonini fu ucciso il 22 novembre 2011 in pieno centro ad Ostia. Carmine e Roberto sarebbero i mandanti dei due omicidi e Ottavio Spada sarebbe stato l'esecutore dei delitti. La sentenza di questo nuovo processo è attesa a ottobre.

L'ascesa del clan Spada a Ostia

Questi delitti si inseriscono in un tentativo vero e proprio di conquista del territorio di Ostia da parte degli Spada, durato anni e finito più volte nel sangue. "Loro trent’anni fa non erano niente, niente erano niente al massimo prestavano i soldi e poi ti toglievano la casa, ti toglievano le cose se non tu non pagavi, capito erano cravattari si dice da noi quelli che vanno in giro con la cravatta a strozzare la gente", ha ricostruito un imprenditore di Ostia intercettato nell’ambito dell’operazione “Eclissi”. Nel 2011 sono cominciate le uccisioni dei capi dei clan avversari e in particolare dei Baficchio e dei Sorcanera.

Ha ricostruito la pm Ilaria Calò: "In questo processo è stata ricostruita una vera e propria conquista del territorio, diciamo così, da parte dell’associazione Spada, nel territorio già dei Baficchio, con l’esatta individuazione dei settori di Ostia ricadenti sotto questa egemonia. È stato ricostruito il peculiare fenomeno del passaggio dei transfughi , diciamo così, da un’organizzazione all’altra, dall’organizzazione dei perdenti a quella dei vincitori. E il trasferimento di competenza sul territorio ha portato con sé, e questo lo abbiamo documentato in questo processo, l’esercizio delle prerogative tipiche, diciamo così, dell’associazione mafiosa e quindi la protezione, pizzo, l’esercizio dell’intimidazione e il controllo del territorio per diverse finalità, tra le quali lo spaccio di stupefacenti ".

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