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Elezioni regionali Lazio 2023

Bonafoni “Alla sinistra dico: sfidiamo D’Amato alle primarie, parliamo ai delusi da PD e M5S”

Elezioni regionali nel Lazio. Carlo Calenda dice assolutamente che non le vuole, ma Marta Bonafoni insiste: “Servono le elezioni primarie per fare la coalizione”. E poi fa appello alle sinistre: “Combattiamo per vincere, pesare e decidere dentro la prossima maggioranza”.
A cura di Valerio Renzi
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A che punto siamo? Il dado sembra tratto: il campo largo anche alla Regione Lazio non esiste più…

Le coalizioni si tengono su un programma, le maggioranze le fanno i numeri. Arrivati a questo punto della vicenda del Lazio credo davvero che dobbiamo andare al cuore delle questioni abbandonando ogni tatticismo. Lo dobbiamo al popolo progressista che ci chiede di trovare le ragioni per stare insieme. Parto da un assunto, una certezza.

Noi già governavamo con una maggioranza che andava da Calenda e Renzi ai Cinque Stelle, negli ultimi anni abbiamo votato sia un piano rifiuti che una legge sugli Egato che esclude l'incenerimento. Lo abbiamo votato tutti insieme perché nelle aule funziona così: contano i numeri.
E il fronte ecologista e progressista della maggioranza uscente è stato in grado di condizionare l'esito del voto.

Quindi chiederà ancora le primarie al tavolo della coalizione?

Io dico, tentiamo di nuovo. Sfidiamo il candidato Alessio D'Amato non solo sul nome da proporre per la presidenza, ma anche su quello. Sfidiamolo su una piattaforma ecologista, progressista, femminista e misuriamoci con il nostro popolo sulle idee.

In questi anni abbiamo fermato insieme il mare di cemento pronto a calare sul Divino Amore, abbiamo messo in sicurezza l'esperienza di Lucha Y Siesta scrivendo una pagina istituzionale inedita e importante, abbiamo approvato una avanzatissima legge sul caporalato e quella sugli appalti, abbiamo dato il nostro contributo fondamentale su ambiente e diritti.

Lei si presenta con il sostegno di diversi gruppi civici, ma a sinistra c'è chi come i Verdi ha già dichiarato che D'Amato è un ottimo candidato, e chi come l'eurodeputato Massimiliano Smeriglio dice no a primarie trainate dall’agenda Calenda e che dunque sarebbero poco contendibili per profili di sinistra, arrivando a non escludere la possibilità della corsa rosso verde…

Le primarie possono essere uno spazio di dibattito e di contesa vera, una volta di più dopo quello che Roberta Lombardi ha detto ieri. I temi che pone il M5S sono quelli che abbiamo condiviso e su cui abbiamo vinto battaglie importanti per la comunità regionale.

Rimettiamo i nostri temi al centro di un confronto con la nostra gente. Il voto anche in una elezione primaria è molto meno scontato di quello che possiamo pensare. C'è tanto malcontento in giro anche per le ultime scelte del Pd, ma c è anche la voglia di non sfasciare tutto e di non consegnare anche la Regione Lazio a questa destra.

Un passaggio della regione in quelle mani, viste le deleghe che ha l'ente, sappiamo tutti cosa vorrebbe dire. L'attacco ai diritti delle donne, quello all'agibilità democratica, l'attacco al diritto alla casa e ai movimenti, l'esclusione dei cittadini stranieri da ogni graduatoria, il trionfo degli enti di formazione privati, la sicurezza senza giustizia. Un coacervo di ideologia di destra e malgoverno insieme.

Infine, Carlo Calenda queste primarie proprio non le vuole…

Legittimo, ma lui è uno e noi tutti gli altri. Lo stesso D'Amato ha detto facciamole, nell' autonomia di una coalizione che si rispetta ma non risponde ai diktat. Da chiunque arrivino. Misuriamoci, condizioniamo sin da subito il programma. E poi combattiamo per vincere, pesare e decidere dentro la prossima maggioranza.

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