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Assistente sociale abusò di due 15enni: costretti a fare sesso in cambio del permesso di soggiorno

Avrebbe dovuto occuparsi di 2 ragazzi adolescenti senza famiglia, invece li ha ricattati, costringendoli ad intrattenere rapporti sessuali con lei, in cambio della promessa che solo in quel modo avrebbero ottenuto il permesso di soggiorno. Il pxm ha chiesto sei anni di carcere per un’educatrice 30enne.
A cura di Alessia Rabbai
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Avrebbe abusato sessualmente di due ragazzi quindicenni rimasti senza famiglia in cambio della promessa del permesso di soggiorno. Un'assistente sociale di trent'anni originaria della sicilia ma da anni nella Capitale, è finita in arresto e nei suoi confronti il pubblico ministero Giovanni Conzo ha chiesto sei anni di carcere, per il reato di violenza sessuale su minore di diciotto anni. La trentenne sarà processata, come da lei richiesto, con il rito abbreviato, che prevede in caso di condanna, dello sconto di un terzo della pena. Il prossimo 15 dicembre il giudice dell'udienza preliminare ascolterà un testimone. La donna di contro, assistita dal suo legale, ha respinto tutte le accuse che le sono state rivolte.

Sesso in cambio del permesso di soggiorno

Una vicenda drammatica, che ha come vittime due minorenni ospiti di una casa famiglia al centro di Roma. I fatti risalgono all'arco di tempo compreso tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020. A far partire la denuncia nei confronti dell'educatrice è stato il centro stesso, con i colleghi che si sono resi conto che qualcosa non andava. I due adolescenti hanno poi confermato alle forze dell'ordine i sospetti sulla donna, ossia che li avrebbe costretti a praticare sesso con lei, in cambio di un occhio di riguardo sul procedimento per ottenere i documenti, che avrebbero permesso loro di restare in Italia, studiare e un domani di trovarsi un lavoro per vivere. Così è arrivata la segnalazione alla Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un'inchiesta sulla vicenda. Secondo le ricostruzioni emerse in sede d'indagine, la donna, che prestava servizio all'interno della struttura dove alloggiavano persone straniere, avrebbe ricattato i giovani, dicendo loro che se non avessero fatto quello che lei chiedeva, non avrebbero mai ricevuto il permesso di soggiorno.

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