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Scoperta tomba di Valeria, tredicenne morta quasi duemila anni fa

Gli scavi di via Luigi Tosti riportano alla luce un’ara intitolata ad una ragazzina morta a 13 anni, Valeria. Rinvenuti anche parti di sarcofago in ottime condizioni, danneggiato, invece, l’edificio.
A cura di Beatrice Tominic
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Foto di Fabio Caricchia
Foto di Fabio Caricchia

Aveva tredici anni ed è morta nel II secolo d.C.: a ricordarla, oggi, a quasi duemila anni fa, sono riemersi frammenti di un sarcofago in marmo decorato e un'ara con il suo nome, Valeria.

Dagli scavi in via Luigi Tosti, nel quartiere Appio Latino, infatti, gli scavi non si sono mai fermarti dallo scorso gennaio quando, durante gli interventi propedeutici ai lavori di bonifica idrica della strada svolti da Acea Ato2, è stato rinvenuto un complesso composto da tre piccoli mausolei.

L'ara dedicata a Valeria

Gli scavi, curati dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, con la direzione scientifica di Angelina De Laurenzi e condotti da Archeo di Fabio Turchetta, hanno fatto riemergere un nuovo edificio funerario con preziosi frammenti di un sarcofago di marmo decorato e un’ara dedicata a una giovanissima donna, Valeria.

L'ara, in marmo bianco e decorata in alto con della frutta, è fin da subito apparsa perfettamente conservata tanto che è possibile ancora leggere perfettamente l'epigrafe dedicata alla ragazzina: "Valeria P F Laeta vixit annis XIII m VII", scritta in capitale latina. Secondo un primo studio, potrebbe essere traducibile con "Valeria Laeta figlia di P[ublio] visse 13 anni e 7 mesi."

I frammenti di sarcofago

Oltre all'ara, però, sono stati rinvenuti anche frammenti di un sarcofago a lenòs, cioè a forma di vasca con angoli stondati realizzata in marmo bianco. Uno dei pezzi mostra una decorazione a bassorilievo di pregevole fattura e raffigura una scena di caccia in cui compare una leonessa sovrastata a sinistra dal cavallo del cacciatore di cui oggi, però, restano soltanto le zampe anteriori, mentre a destra viene braccata da un mastino.

Il colombario

Il colombario, realizzato nel banco naturale di tufo, invece, è di piccoli dimensioni, appena quattro metri per tre e probabilmente ipogeo. Le murature sono state realizzate in opera cementizia di 80 centimetri e ricoperte, poi, da un paramento in mattoni detto opus latericium, anche questo di ottima fattura. Le pareti, come scoperto dai primi studi, erano rivestite di intonaco dipinto di giallo e rosso per emulare lastre marmoree. Se l'ara appare perfettamente mantenuta, invece, l'edificio è stato rinvenuto fortemente danneggiato, forse demolito a causa dell'urbanizzazione del quartiere che è avvenuta negli anni Trenta.

Gli scavi di via Luigi Tosti

I primi scavi in via Luigi Tosti sono partiti nei primi giorni dello scorso gennaio quando, come visto, durante gli interventi di Acea, ad appena due metri dal manto stradale sono stati rinvenuti tre piccoli mausolei. Come si è pensato all'inizio, probabilmente facevano parte della grande necropoli dell'antica via Latina: poco distante dall'area, infatti, si trova l'ipogeo di via Dino Compagni. Come hanno dichiarato a Fanpage.it dalla Soprintendenza Speciale di Roma del Mibac, probabilmente non sarà possibile valorizzare il complesso di mausolei, ma è necessario che venga tutelato.

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