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A Simona Berterame di Fanpage.it il premio ‘Angelo Maria Palmieri’ per il servizio sui manicomi

La giornalista di Fanpage.it Simona Berterame ha vinto il premio ‘Angelo Maria Palmieri’ per il servizio intitolato ‘L’orrore dei manicomi nel racconto di chi ci ha passato una vita”.
A cura di Redazione Roma
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Alla giornalista di Fanpage.it Simona Berterame è stato conferito il premio ‘Angelo Maria Palmieri' di Fiaba Onlus per la storia di Mario e Rossana, rinchiusi in manicomio per quasi tutta la loro vita. Alla cerimonia di premiazione erano presenti il presidente emerito di FIABA Onlus Giuseppe Trieste, la presidente dell'associazione culturale ‘Angelo Maria Palmieri' Giuliana Marrocco, il presidente dell'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo Stefano Pallotta, Giuseppe Sanzotta, già direttore ed editorialista de Il Tempo, lo scrittore Riccardo D'Anna, la docente e scrittrice Alessandra Anzini. La cerimonia è stata presentata e condotta dalla giornalista Orietta Spera.

Sono più di novanta le candidature arrivate da ogni parte d'Italia per il premio ‘Angelo Maria Palmieri'. "L'obiettivo – spiegano gli organizzatori di FIABA Onlus in una nota – è valorizzare i migliori articoli e servizi audio/video che abbiano coniugato in modo efficace informazione e servizio sociale".

"Il premio è intitolato ad Angelo Maria Palmieri, giornalista per lungo tempo alla guida dell'ufficio stampa di FIABA Onlus  e scomparso a soli trent'anni. Il concorso si fonda sui valori che lo hanno guidato nel corso della sua carriera giornalistica, fra tutti il desiderio di contribuire al cambiamento della nostra società e all'affermazione di valori morali, etici e civili".

Simona Berterame ha vinto il premio con il servizio intitolato ‘L'orrore dei manicomi nel racconto di chi ci ha passato una vita". Un video che racconta la storia di Rossana e Mario, ormai anziani, che in quei posti ci hanno passato la maggior parte della loro vita. Lei a Roma, lui a Cuneo: Rossana è entrata in manicomio a ventidue anni perché discuteva con il marito. Mario vi è entrato quando era ancora in fasce perché orfano: nell'orfanotrofio, infatti, non c'era posto, erano troppi i bambini rimasti senza genitori nel dopoguerra.

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