Roma, protesta dei movimenti per la casa: “Ogni sfratto una barricata”
Prosegue da due giorni la protesta sotto il Campidoglio dei movimenti per il diritto alla casa, che rivendicano il potenziamento degli alloggi popolari nella Capitale, lo stop degli sfratti e la chiusura dei residence affittati al Comune da privati. "La delibera che per ora sembra riguardare due residence e circa 320 famiglie potrebbe essere una prima soluzione, a patto che alle famiglie venga garantita in ogni caso l'assegnazione di una casa popolare, che il sostegno economico sia per l’intera durata contrattuale, che i contratti nei loro canoni rientrino nei valori del canale agevolato e non in quelli a libero mercato, a tal fine il comune farebbe bene ad attivare contestualmente un rapporto, in prima battuta, con gli enti pubblici ex IPAB e in seconda battuta con le associazioni dei proprietari per reperire alloggi a canone agevolato che non superino la quota del contributo", spiega Guido Lanciano, segretario Unione Inquilini Roma.
Per il sindacato questa è l'unica strada per far "uscire le famiglie dai residence che sono luoghi squallidi e degradanti, e va detto, dei veri Cie per sfrattati e il Comune risparmia visto che oggi paga per ogni famiglia mediamente 2200 euro al mese con punte di 4200 euro al mese per far stare famiglie in 35 mq. Insomma – conclude la nota – questa delibera può essere positiva se in attesa del passaggio di una casa popolare alla quale le famiglie nei residence hanno diritto, il Comune con il contributo trova loro una sistemazione adeguata e civile, fuori dai residence, staremo a vedere". La protesta è stata caratterizzata ieri da qualche momento di tensione: alcuni manifestanti hanno sfondato a pugni il vetro della porta di ingresso del Campidoglio.
