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Roberto Saviano indagato per diffamazione nei confronti di Matteo Salvini

Dopo la denuncia di Matteo Salvini, la procura di Roma ha indagato Roberto Saviano per il reato di diffamazione. Un atto dovuto, spiegano fonti della procura, confermando la possibilità di procedere dopo la denuncia del ministro per le dichiarazioni dello scrittore, giudicate “lesive della sua reputazione e del ministero dell’Interno stesso”.
A cura di Redazione
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Roberto Saviano è indagato per diffamazione dalla procura di Roma. La conferma è arrivata da fonti della Procura, che parlano di “atto dovuto”, dopo la denuncia presentata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in relazione ad alcune considerazioni di Saviano, giudicate “lesive della sua reputazione e del ministero dell'Interno stesso”. La denuncia di Salvini era arrivata su carta intestata del Viminale e si focalizzava su una serie di post e video dello scrittore campano, in particolare quello con il quale il leader leghista veniva definito “ministro della malavita”. Nella denuncia si spiegava, per esempio, come uno dei post adombrasse "l’ipotesi che il ministro ponga in essere la propria attività istituzionale al di fuori delle regole e degli schemi di buon andamento e di raggiungimento degli interessi cui l’amministrazione dell’Interno stessa è deputata, piegandoli a fini meramente politico personale”.

Nella lettura del leader della Lega, dunque, “definire il soggetto posto all’apice dell’amministrazione che più di ogni altra ha il compito di combattere le organizzazioni criminali e affermare che detta amministrazione scende a patti con la criminalità organizzata, svilisce il ruolo e la funzione dell’amministrazione medesima, mortificando l’azione quotidiana di tutti i suoi appartenenti”.

Saviano aveva replicato: “Oggi non bisogna arretrare di un passo davanti a un potere che ha il terrore delle voci critiche, che ha il terrore dei testimoni oculari delle nefandezze che si consumano ogni giorno nel Mediterraneo e, in definitiva, ha il terrore di chi ogni giorno afferma con forza che incutere paura è l'arma nelle mani di chi vuole restringere le libertà personali”. Lo scrittore non si era limitato a rispondere, nell'immediato, al ministro dell'Interno per la sua querela presentata su carta intestata del Viminale. Nei giorni successivi, infatti, ha anche rivolto un appello a tutti gli intellettuali e gli artisti italiani chiedendo loro di schierarsi, di prendere posizione, non tanto per difendere lo stesso Saviano, quanto per denunciare quella che lo scrittore definisce una deriva che il governo e il ministro dell'Interno stanno perpetuando in questi primi mesi dopo l'insediamento a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte.

Il commento di Salvini: ‘Mi sembra il minimo'

La notizia dell'indagine a carico di Saviano è stata commentata nel pomeriggio anche dallo stesso Salvini: "Mi sembra il minimo", afferma rispondendo a chi gli chiedeva un commento. "Io adoro la critica, ma se uno mi dà del mafioso, dell'assassino, complice dell'ndrangheta, ne paga le conseguenze: quella non è critica politica, quello è insulto. Spero che ci sia un giudice che rapidamente riconosca che qualcuno ha sbagliato. Poi a me non interessano i soldi di Saviano: se me ne venisse in tasca una lira, la devolvo in beneficenza. Però è giusto che qualcuno si prenda le responsabilità di quello che dice".

Il commento di Saviano: ‘Non ho paura'

Arriva attraverso Facebook e Twitter il commento di Roberto Saviano: "Affronterò la querela del Ministro della Mala Vita a testa alta. Dobbiamo mettere i nostri corpi a difesa della Costituzione e della libertà di pensiero. Non indietreggio di un passo nella critica al suo operato. Io non ho paura, non ne ho mai avuta". Lo scrittore, oltre a scrivere la sua posizione, riporta anche la foto della copertina del saggio di Gaetano Salvemini ‘Il ministro della mala vita'. Il libro a cui Saviano si è ispirato per la definizione – reiterata più volte – di Salvini come "ministro della mala vita". Il saggio parla dei rapporti tra la società italiana e la politica dell'epoca, i primi anni del Novecento.

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