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Rischia licenziamento a un anno dalla pensione perché malato, colleghi gli regalano le ferie

La storia di un operaio di Carrara si stava avviando tranquillamente verso la pensione quando all’improvviso si è ammalato gravemente tanto da dover richiedere tutti i mesi di ferie arretrate. Fondamentale l’auto dei colleghi che, spontaneamente, hanno deciso di donare, ciascuno secondo le sue possibilità, le loro ferie arretrate.
A cura di Antonio Palma
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In trenta anni di lavoro non aveva mai fatto giorni di malattia. Apprezzato da colleghi e datori di lavoro per il suo impegno nel settore delle manutenzioni meccaniche, si stava avviando tranquillamente verso la pensione quando all'improvviso si è ammalato gravemente tanto da dover richiedere tutti i mesi di ferie arretrate. Quando nemmeno queste sono bastate, ha rischiato seriamente di ritrovarsi senza lavoro e stipendio ad appena un anno dalla pensione. Una situazione che sembrava senza rimedio fino a quando al suo fianco si sono schierati compatti i colleghi che hanno deciso di donare le loro ferie, battendosi anche affinché l'azienda accettasse questo passaggio non previsto né dai contratti collettivi di settore né da quelli di secondo livello. È la storia di Giovanni Paladino, 61enne operaio della Omya, industria chimica di Carrara che lavora la polvere del marmo.

Tutto ha avuto inizio a metà 2017 quando l'uomo ha cominciato ad avere difficoltà alla vista sempre più gravi fino a scoprire che era vittima della perforazione della cornea. Un vero disastro per lui abituato a non restare mai con le mani in mano. Dopo alcuni tentativi di andare al lavoro, però, ha capito che non era più in grado e così si è messo in malattia. Dopo quattro mesi l'azienda però gli ha ridotto lo stipendio del 50 per cento, avvertendolo che passati i dieci mesi aveva solo due alternative: l'aspettativa non retribuita o il licenziamento.

A questo punto si sono fatti avanti i colleghi che spontaneamente hanno deciso di donare, ciascuno secondo le sue possibilità, le loro ferie arretrate. Una soluzione inizialmente non accettata dall'azienda perché non prevista dal contratto ma che infine è stata accolta proprio grazie alla caparbietà degli operai che hanno anche minacciato proteste. Dopo un accordo coi sindacati, ora il 61enne può tornare ad essere più tranquillo in attesa dell'operazione a cui dovrà sottoporsi.

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