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Che differenza c’è tra il “rimorso” e il “rimpianto”?

Quando ci guardiamo indietro, le scelte della nostra vita non ci si presentano come una serie perfetta, anzi. Quasi nessuno, col senno di poi, le inanellerebbe tutte allo stesso modo, eviterebbe qualcosa, si butterebbe in qualcos’altro. I sentimenti d’impossibile nostalgia che crescono introno a queste scelte si possono ricondurre a due generi: rimorso e rimpianto. Spesso accostati, spesso confusi, ma radicalmente diversi.
A cura di Giorgio Moretti
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Avere la parola giusta per descrivere un sentimento non è solo affare da poeti. Se non si ha la parola giusta non si può comprendere il sentimento preciso, e se non si comprende il sentimento preciso siamo inermi, in balìa di noi stessi. I sentimenti richiedono un'amministrazione meticolosa.

Ora, il passato è passato, ma da bambini ci è stata impartita una lezione importante.

Rafiki colpisce Simba col bastone.
S: Ahi! Che male, perché mi hai colpito?
R: Non ha importanza! Ormai è passato!
S: Si, ma continua a fare male!
R: Oh si, il passato può fare male. Ma, a mio modo di vedere, dal passato puoi scappare oppure imparare qualcosa!
Rafiki prova a colpire di nuovo Simba, che stavolta si scansa.

Parliamo proprio dei sentimenti dolorosi che nascono quando il nostro pensiero frequenta il passato, quel passato che fa male.

Il rimorso è il turbamento che sgorga da un errore compiuto nel passato recente o remoto, da qualcosa che si è fatto e che ha portato infelicità o dolore a noi o ad altri. Da qualcosa che si vorrebbe non aver mai fatto. Un'azione che, secondo l'etimologia, ci rimorde, che azzanna la nostra coscienza ogni volta che ci ripassa sopra, una consapevolezza tormentosa. Ci punge ancora l'imbarazzato rimorso per una parola terrificante che abbiamo pronunciato a chi non lo meritava, la sera ci torna in cuore il rimorso per una disattenzione in automobile, o per aver venduto tutti i Bitcoin nel 2010.

Il rimpianto, invece, nasce da ciò che è andato perduto: occasioni, opportunità, frangenti e congiunture, persone. Qualcosa che non abbiamo colto e che ci è sfuggito irreparabilmente, qualcosa che è scivolato via nel tempo, ma anche qualcuno che non abbiamo tenuto stretto, o che si è inevitabilmente allontanato. Etimologicamente, ci torniamo piangendo. Rimpiango di non aver fatto quel viaggio che desideravo, spesso provo rimpianto per i tempi in cui vivevo in campagna, rimpiango di non aver seguito le mie passioni.

Vediamo che non sono sentimenti alternativi, e che dire il rimorso è per ciò che si è fatto, il rimpianto è per ciò che non si è fatto è un'approssimazione semplicistica. Possiamo provare rimorso per un'azione e rimpianto per non averne preferita un'altra. Insomma, il rimorso riguarda ciò che abbiamo scritto, il rimpianto ciò che è andato perduto: sono sentimenti diversi, ma anche due facce della stessa nostalgica medaglia.

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Nato nel 1989, fiorentino. Giurista e scrittore gioviale. Co-fondatore del sito “Una parola al giorno”, dal 2010 faccio divulgazione linguistica online. Con Edoardo Lombardi Vallauri ho pubblicato il libro “Parole di giornata” (Il Mulino, 2015).
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