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Rimini, violenze sugli anziani in una casa di riposo: “Se suoni il campanello ti spezzo le gambe”

Mondaino, un comune dell’entroterra riminese, sono stati documentati abusi e violenze sugli ospiti di una casa di riposo. In un’intercettazione: “Quella volta che ho dato i calci nelle palle a quell’anziano c’eri anche tu…”.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Anziani caduti a terra e abbandonati sul pavimento per ore, altri maltrattati e addirittura presi a calci nei testicoli per punizione, razioni di cibo insufficienti e umiliazioni continue. Sono solo alcune delle accuse mosse ai responsabili di una casa di riposo di Mondaino, un comune dell’entroterra riminese in zona montana, dove ieri una quarantina di carabinieri del Nas di Bologna e della compagnia di Riccione hanno fatto irruzione arrestando la titolare Maria Luisa Bulli, 57 anni, amministratrice unica della struttura, con l’accusa di abbandono di persone incapaci. Le manette sono scattate al termine delle indagini iniziate lo scorso giugno in seguito a un’ispezione fatta dalla Asl, che aveva segnalato alle autorità competenti a compiere accertamenti.

Stando a quanto reso noto la donna era stata già arrestata per fatti analoghi nel 2001, ma evidentemente le manette non erano servite a molto. Alla “Collina”, questo il nome della casa protetta per anziani di Mondaino, potevano essere ospitati circa 40 persone. Dopo aver varcato l’ingresso, i Carabinieri si sono trovati da di fronte a una scena raccapricciante, con anziani abbandonati tra escrementi e sporcizia: tra di loro, alcuni alla vista delle divise hanno chiesto esplicitamente di essere sfamati.

Ben presto ai carabinieri si è palesata una situazione drammatica: solo due infermiere dovevano far fronte alle esigenze di 36 persone. Nel corso delle indagini è inoltre emerso che il personale impiegato non veniva retribuito e gran parte dei dipendenti abbandonava il posto del lavoro dopo pochi giorni. Oltre a Luisa Bulli, condotta in carcere, sono state disposte misure cautelari per cinque persone che lavoravano nel centro. Si tratta di Bruno Riccardo V. G. infermiere, 56enne di Foggia, S. P. I. operatrice s.s. di origini bulgare, 48enne, F. M. L. di origini senegalesi, infermiere, 52enne, S. T., operatore s.s., 33enne di Pesaro, V. A. operatore s.s., 27enne di Napoli, K. N. operatrice. s.s.di origini albenesi, di 38 anni. Di loro, un’infermiera è attualmente agli arresti domiciliari, per gli altri quattro è scattato l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria

Gli ospiti della casa di riposo venivano sovente abbandonati tra feci, urine e sporcizia, presi a calci, sedati con tranquillanti che non erano mai stati prescritti, mentre i farmaci necessari alla cura dei mali che li affliggevano non erano mai garantiti. Due ospiti sono stati subito trasferiti all’ospedale di Riccione in seguito all’arrivo dei carabinieri, poiché necessitavano di cure urgenti. Emblematica una domanda posta a Luisa Bulli da un amministratore di sostegno: “Hai posto per un altro vecchio nel tuo lager?”. Ma anche le altre intercettazioni sono impietose: "Se suoni il campanello ti spezzo le gambe", "Se suoni spacco il campanello e te lo ficco in gola". E infine: “Quella volta che ho dato i calci nelle palle a quell’anziano c’eri anche tu…”. Frasi che non lasciano spazio a interpretazioni.

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