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Elezioni politiche 2018

Rimborsopoli M5S, Buccarella: “Basta ipocrisia, impossibile fare politica con 3mila euro al mese”

Il senatore pugliese Maurizio Buccarella, implicato nello scandalo rimborsopoli M5S, ha reso la sua versione dei fatti: “I poco più di 3mila euro mensili netti che i parlamentari M5s si sono attribuiti come retribuzione effettiva, non mi avrebbero permesso, alla mia età, di tornare alla mia vita, nel mio studio professionale dopo uno stacco di cinque anni senza alcun paracadute”.
A cura di Charlotte Matteini
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nel cosiddetto scandalo Rimborsopoli che ha coinvolto numerosi parlamentari del Movimento 5 Stelle, il senatore Maurizio Buccarella – autosospesosi dopo la diffusione della prima parte dell'inchiesta prodotta da Filippo Roma de Le Iene e che, secondo indiscrezioni, avrebbe trattenuto attraverso versamenti effettuati con bonifici fantasma (ordinati alla banca e poi immediatamente revocati, ma comunque rendicontati sul sito messo a disposizione da M5S) una somma pari a 138.000 euro, mai versata nel fondo del microcredito per le Pmi del Mef – ha scritto una lunga lettera al Nuovo Quotidiano di Puglia rendendo la sua versione dei fatti: "Basta ipocrisie, senza quei soldi è impossibile garantire un impegno a tempo pieno in politica", si legge nella missiva del senatore pentastellato.

"Innanzitutto voglio scusarmi con gli attivisti, i colleghi portavoce e candidati del M5s per la difficoltà in cui, per i noti fatti anche a me addebitabili, li sto costringendo in questo momento politicamente delicato. Poi vorrei dare una spiegazione del perché il tutto è successo, iniziando col far sapere, in primis, che in quei 23 milioni e passa di euro accumulati dai parlamentari del M5s sul fondo di garanzia con i nostri tagli di indennità e rimborsi, ci sono anche più di 100mila euro di mia provenienza. Quello che è accaduto è che, nel tempo, mi sono reso conto che quella regola riguardante i nostri compensi, che pure avevo accettato inizialmente, non si dimostrava adeguata alle esigenze di chi appartiene ad una categoria professionale, come la mia, che, a fronte di costi e responsabilità che permangono nel corso del mandato parlamentare, non consente una sospensione dell’attività per un così lungo periodo senza conseguenze", prosegue Buccarella.

"A fronte dell’impegno che ho profuso nell’attività parlamentare ed ai sacrifici che imponevo a me, alla mia famiglia, al mio lavoro per sette giorni alla settimana, i poco più di 3mila euro mensili netti che i parlamentari M5s si sono attribuiti come retribuzione effettiva, non mi avrebbero permesso, alla mia età, di tornare alla mia vita, nel mio studio professionale – dopo uno stacco di cinque anni senza alcun paracadute o vantaggio acquisito per i contatti professionali – con una accettabile serenità. Senza ipocrisia, tutto questo naturalmente non giustifica i miei errori e la violazione del patto di fiducia con i miei colleghi e gli iscritti e sono pronto ad accettare le determinazioni del Collegio dei Probiviri e anche se non sarò più uno dei protagonisti del progetto di cambiamento del M5S, continuo a crederci ed a sperare che possa diventare realtà", conclude il senatore grillino.

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