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Rigopiano, la prima drammatica telefonata del superstite al 118: “L’hotel non c’è più”

Giampiero Parete, il cuoco sopravvissuto alla tragedia del Rigopiano perché al momento della valanga si trovava fuori dall’hotel, è stato il primo a lanciare l’allarme. Al telefono ha detto che c’era stata una valanga, ma i soccorsi sono partiti solo ore dopo.
A cura di Susanna Picone
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La prima volta che Giampiero Parete, il cuoco sopravvissuto alla valanga sull’Hotel Rigopiano perché al momento del dramma si trovava fuori dalla struttura, è riuscito a mettersi in contatto con il 118 erano le 17.08 del 18 gennaio. Ma solo circa due ore dopo, alle 19.01, la macchina dei soccorsi ha capito che nella località abruzzese era successo qualcosa di grave. Lo si evince dai tabulati telefonici e dalle testimonianza rese agli inquirenti. A quell’ora, infatti, Parete riesce a parlare per la seconda volta con il 118. Nella prima di quelle drammatiche telefonate si sente Parete tentare di spiegare quanto appena accaduto a Farindola. La telefonata, agganciata dal 118 di Chieti, viene subito girata ai colleghi di Pescara. “Cosa è successo all’Hotel Rigopiano?”, chiede l’operatrice del 118 al superstite, che risponde: “C’è stata una bufera, l’hotel non c’è più, non c’è più niente. Ci sono dei dispersi, c’è stata una grossa valanga”, tenta di spiegare Parete che comunica di trovarsi insieme a un'altra persona. “È crollato l’hotel?”, chiede il 118, “è crollato tutto”, risponde il cuoco. “Per quello che può tenga il telefono libero”, si sente rispondere dal 118.

Dopo la prima telefonata la Prefettura parte con le verifiche e cerca di ricontattare il cuoco ma non ci riesce, e a quel punto chiama al numero fisso dell'albergo che ovviamente non risponde perché sotto la valanga. Si cerca di allertare l'elicottero della Guardia Costiera, che però non può volare a causa del maltempo. Alle 17.40 la Prefettura riesce a contattare il direttore dell'albergo Bruno Di Tommaso che “depista” la sala operativa spiegando di aver “chattato mo' con l'albergo”, e che non gli risultava nulla di grave. Però il contatto risale almeno a un’ora prima ed è questo secondo gli inquirenti che dà vita al primo grave “equivoco” della vicenda. La sala operativa si convince che si tratta di un falso allarme. Alle 18.03 Parete riesce a mettersi in contatto con il suo amico Marcella il quale continua a chiamare 112 e 113. Ma anche questa seconda segnalazione viene considerata un falso allarme. Quando l’uomo alle 18.20 richiama gli viene risposto che è già stato tutto verificato. Poi arriva la telefonata di Parete alle 19.01.

Giampiero Parete è stato poi salvato dai soccorritori arrivati con gli sci all’alba del 19 gennaio insieme all’altro superstite che come lui era fuori dall’albergo al momento della slavina, Fabio Salzetta. Il cuoco era in vacanza insieme alla moglie Adriana e i due figli Gianfilippo, di 8 anni, e Ludovica, 6 anni. Dopo oltre 40 ore di attesa l’uomo ha potuto riabbracciare tutti i suoi cari, che risultano tra gli undici sopravvissuti dell’hotel. Ventinove, invece, le vittime del dramma.

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