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Riforme, strappo della minoranza Pd: “Siamo a un binario morto”. Ddl subito in Aula

Strappo della senatrice della minoranza dem Doris Lo Moro che ha lasciato il tavolo tecnico di discussione col Ministro Boschi: “Non si sta discutendo di nulla”. Si andrà direttamente in Aula?
A cura di Antonio Palma
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UPDATE: Renzi: "Il 15 ottobre è la data per la conclusione" – A quanto si apprende, il governo sembra fermamente intenzionato ad andare avanti col testo del dddl Boschi direttamente in Aula. Il Pd infatti ha chiesto di convocare la riunione dei capigruppo per domani. "Sentiti i presidenti dei gruppi di maggioranza, ho chiesto al presidente Grasso la convocazione della capigruppo", ha spiegato Luigi Zanda, presidente dei senatori dem. Del resto anche la presidente della Commissione Affari Costituzionali Finocchiaro (Pd) ha chiuso ogni possibile discussione ribadendo che sono inammissibili gli emendamenti all’Articolo 2 a meno che non ci sia un accordo politico da parte di tutti i gruppi. Infine anche Renzi ha ribadito che "entro il 15 ottobre la legge di stabilità deve essere presentata in Senato e questo rende anche ragione della data del 15 ottobre per la conclusione delle riforme".

UPDATE – Stando a quanto riporta il Corsera, la maggioranza, tenuto conto delle difficoltà in Commissione e della difficoltà nel continuare la discussione con i dissidenti della minoranza del Partito Democratico, intende andare direttamente alla discussione d’Aula. Si legge sul sito del quotidiano di via Solferino: “A questo punto il gruppo del Pd chiederà quanto prima (probabilmente mercoledì) di calendarizzare direttamente per l’Aula il testo di riforma costituzionale. I Dem, infatti, secondo quanto si apprende da fonti maggioranza, avrebbero deciso di accelerare i tempi di esame evitando che il ddl Boschi «resti impantanato ancora a lungo in commissione». Una volta all’esame dell’assemblea la valutazione di ammissibilità sugli emendamenti che verranno presentati, sarà compito della presidenza del Senato e Grasso dovrà quindi prendere posizione”.

Sembra ormai crisi nera all'interno del Partito Democratico sulle riforme costituzionali e il nuovo senato della Repubblica. Dopo settimane di tensione e una lunga ma infruttuosa trattativa, infatti si è arrivato ad uno strappo netto da parte della minoranza Dem. In particolare è stata la capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali e membro della minoranza Dem, Doris Lo Moro, ad aver abbandonato i lavori del tavolo tecnico sancendo la rottura definitiva. Come spiega Repubblica, la scelta della senatrice è stata decisa di comune accordo dai dissidenti del partito del Premier che si sono visti martedì mattina per fare il punto della situazione del negoziato sul cosiddetto DDl Boschi. "Siamo ormai a un binario morto" è infatti la valutazione che è venuta fuori dalla riunione della minoranza del partito che ha deciso di abbandonare, almeno per il momento, il tavolo sul disegno di legge che intende cancellare il bicameralismo perfetto.

Secondo la minoranza Dem, non si sarebbero fatti passi avanti né sull’art.2, che per la maggioranza e il governo non va toccato, ma neanche sull’art.1 ovvero su funzioni e garanzie del nuovo Senato. Dopo il vertice a Palazzo Cenci, i dissidenti de Pd hanno quindi rilanciato le loro richieste di modifica alla riforma costituzionale su quattro punti: elezione del Senato, funzioni, organi di garanzia e federalismo. Il gruppo insomma sembra intenzionato a mantenere gli emendamenti ribadendo che deve essere garantita l'elezione diretta dei senatori con un intervento sull'articolo 2 del ddl Boschi.

"La Lo Moro dice che siamo su un binario morto? No, assolutamente, passi avanti importanti sono stati fatti su diversi punti. Io sono ottimista. Secondo me l'accordo lo troviamo. Anche e soprattutto con la minoranza Pd" ha replicato invece lo stesso Ministro Boschi, aggiungendo: "Abbiamo lavorato seriamente ieri come le scorse settimane, con grande disponibilità da parte di tutti. Ed erano emerse differenze all'interno della stessa minoranza Pd".

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