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Riforme, annullato l’incontro PD – 5 Stelle. Di Maio: “Nel PD c’è confusione, noi abbiamo le idee chiare”

Salta il nuovo incontro tra Renzi e i rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio, in conferenza stampa, ha ribadito la disponibilità dei “5 Stelle” a confrontarsi sulla legge elettorale.
A cura di Davide Falcioni
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Ore 12.30 –  Di Maio: "Noi credevamo di buttarli giù con le elezioni europee. Non è stato possibile, ma l'obiettivo è governare questo paese. Nel medio termine vogliamo cambiare l'Italicum e dare all'Italia una legge elettorale migliore". Luigi Di Maio in particolare puntato il dito contro il vice segretario del PD Lorenzo Guerini: "Io ho parlato con Guerini giovedì scorso e abbiamo  fissato l'appuntamento per oggi alle 15. Guerini non ci ha fatto sapere null'altro. E allora d'ora in poi noi parliamo solo con Renzi. Gli interlocutori che si sono interposti non sono affidabili. Anche perché si smentiscono l'un l'altro. Mentre Guerini diceva una cosa, la Serracchiani dal Friuli diceva il contrario".

Ore 12.25 – Danilo Toninelli ha illustrato le proposte del Movimento 5 Stelle: "Innanzi tutto le preferenze. Ricordiamo che le liste bloccate sono incostituzionali. Avremmo proposto il Parlamento pulito: i condannati in via definitiva non possono candidarsi. Avremmo proposto lo stop alle candidature multiple". Sul tema della governabilità l'esponente del Movimento 5 Stelle ha detto: "Vogliamo evitare le ammucchiate che portano solo instabilità di governo". In merito alle soglie di sbarramento: "Avremmo proposto di non inserirle perché anche i piccoli partiti potessero trovare rappresentanza".

Ore 12.15 – Commentando la notizia dell'annullamento del vertice tra PD e Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha detto in conferenza stampa: "Dispiace il fatto che si è persa un'occasione per gli italiani per arrivare ad un punto concreto. Dall'altra parte c'è molta confusione". Poi Di Maio ha continuato: "Vogliamo un interlocutore che abbia le idee chiare su cosa vuole fare: il tavolo di confronto non ci vede concordi con il PD, ma abbiamo voglia di confrontarci per dare agli italiani una legge migliore di quella attuale. Chiediamo al PD cosa vuole fare sul tema delle preferenze. I cittadini devono poter scegliere  e su questo ci aspettiamo una risposta chiara".

UPDATE: E' stato annullato l'incontro tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle, inizialmente programmato per oggi pomeriggio. Ad annunciarlo è stata la Moretti, intervistata da Affari Italiani: "Mi è stato comunicato che oggi l'incontro non c'è. Non ho alcuna indicazione di rimanere a Roma, infatti sto partendo. Le ragioni non le conosco, ma l'incontro non c'è". A fare chiarezza, poco più tardi, è stato il capogruppo alla Camera Speranza, che in una missiva a Laura Boldrini ha spiegato: "Cara presidente, le scrivo per informarla che il previsto incontro di oggi tra la delegazione del Pd e quella M5S non si terrà. Il Pd considera questo confronto molto serio ed importante per il dibattito democratico nel nostro paese e per dare più forza al percorso delle riforme. Proprio per queste ragioni riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nel giorni scorsi dal Pd".

Giornata cruciale per il percorso della riforma del Senato: alle 15 di oggi è infatti in calendario un nuovo incontro tra il Governo e il Movimento 5 Stelle, appuntamento a proposito del quale ieri il Partito Democratico ha chiesto a Grillo e ai suoi impegni precisi, scritti neri su bianco, formalizzando in un documento dieci punti "altrimenti – spiegano fonti Pd – c'è il concreto rischio che l'incontro sia inutile". La richiesta è stata accolta dai Cinque Stelle "con stupore", mentre i democratici hanno mostrato apprezzamento per l'apertura dimostrata da Luigi Di Maio, in questa fase vero e proprio leader del Movimento Cinque Stelle.

Riforma del Senato: cresce nel PD la fronda dei "ribelli"

In effetti Di Maio ha dato l'ok a 8 sui 10 punti posti dal PD: "Abbiamo appoggiato il ddl Chiti che già prevedeva quanto ci propone il Pd: una camera che non esprime la fiducia e non vota il bilancio. Bisogna fare però una riflessione sul perché e in quali condizioni. Noi siamo per appoggiare una riduzione dei parlamentari, tagliando anche il numero dei deputati. Ripeto, il ddl Chiti, tra l’altro espressione di una parte del Pd, è solo una traccia". Già, il problema è che il ddl presentato da Vannino Chiti è l'espressione della fronda dei "ribelli" del PD, quella di cui fa parte anche Corradino Mineo e che spinge perché si torni a un Senato elettivo e non composto da consiglieri regionali e sindaci, come voluto invece da Renzi. Sulla stessa lunghezza d'onda ci sarebbero anche una trentina di uomini di Forza Italia e una decina tra membri del Nuovo Centrodestra e di Scelta Civica. La fronda dem, invece, sarebbe composta da una ventina di uomini. Numeri consistenti, insomma, che potrebbero rendere tutt'altro che agevole il passaggio del provvedimento in aula, previsto entro il 16 luglio.

Matteo Renzi punta ad ottenere il via libera della commissione entro mercoledì e l'ok della Camera prima del 16, ma il premier dovrà fare i conti con la fronda dei dissidenti, che sembra crescere giorno dopo giorno. Se saranno loro ad avere la meglio e il Senato tornerà ad essere un organo elettivo la fine del bicameralismo perfetto, auspicata dal Presidente del Consiglio, rischia di diventare una chimera.

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