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La morte di Sissy Trovato Mazza

“Riflettori accesi ora più che mai”: il ministro Alfonso Bonafede dopo la morte di Sissy

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ha chiamato il papà dell’agente penitenziaria venuta a mancare dopo un calvario durato due anni. “Non vi lasceremo soli, i riflettori resteranno accesi ora più che mai” ha detto a Salvatore Trovato Mazza. Si attende ora la nomina del medico legale che eseguirà l’autopsia sul corpo di Sissy.
A cura di Angela Marino
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"Non spegneremo i riflettori sul caso di Sissy" sono le parole del ministro della Giustizia, Afonso Bonafede che stasera ha chiamato personalmente sul suo cellulare, Salvatore Trovato Mazza, il papà della giovane agente morta dopo due anni di calvario per un colpo di pistola. "Voglio assicurarle che le luci non si spegneranno, anzi, in questo momento l'attenzione sul caso è altissima" ha detto Bonafede a papà Salvatore a poche ore dall'avvenuto sequestro del corpo della ragazza per l'autopsia. Proprio a questo proposito il ministro ha voluto rassicurare la famiglia:"È un atto dovuto per l'accertamento della verità". I familiari di Sissy, infatti, avevano già predisposto per l'indomani le esequie presso la chiesa di SS Maria delle Grazie, a Taurianova, dove la comunità si è raccolta intorno ai Trovato Mazza.

Tutti i concittadini e gli amici di Salvatore, imprenditore locale e pilastro della comunità, parlano della tragedia. A Taurianova questo 13 gennaio è un giorno di costernazione e dolore. Sono tantissime, infatti, le persone che hanno seguito attraverso i giornali la vicenda e che seguono ora con ancor più viva attenzione gli sviluppi del caso. "Ora che Sissy non c'è più è il momento della verità, basta scuse" mormorano a voce bassa gli amici in casa Trovato Mazza, perché questa perdita non è solo della famiglia: è una perdita di tutta la collettività.

Nei prossimi giorni sarà nominato il medico legale incaricato dell'autopsia, esame che potrebbe portare alle luce lesioni e traumi finora mai rilevati sul corpo della poliziotta colpita da un proiettile mentre era in servizio il 1° novembre 2016. Attesi a breve anche gli esiti delle indagini disposte nella proroga concessa dal gip di Venezia lo scorso ottobre, in particolare dall'esame delle celle telefoniche, richiesto da quasi due anni e mai concesso fino allo scorso ottobre.

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