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Responsabilità civile dei giudici, Csm: “Indipendenza a rischio”

Il Consiglio Superiore della Magistratura boccia il disegno di legge del governo: “Mette a repentaglio l’autonomia e l’indipendenza dei giudici”.
A cura di Antonio Palma
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L'annunciata riforma sulla responsabilità civile delle toghe mette a rischio l'autonomia e indipendenza dei giudici. È il giudizio netto e senza appello del Consiglio Superiore della Magistratura sul disegno di legge governativo che vuole mettere ordine in materia. La sonora bocciatura da parte del plenum del Csm è arrivata in serata dopo un intero e lungo pomeriggio di confronto e dibattito tra le toghe che ha portato alla fine ad un voto a larga maggioranza e con l’annunciata astensione del vicepresidente Giovanni Legnini. Per L'organo di autogoverno dei magistrati, la riforma sulla responsabilità civile delle toghe non solo mette a "repentaglio l'indipendenza" dei giudici, ma può anche determinare un "inesauribile contenzioso" e di conseguenza può causare "ulteriori rallentamenti della macchina giudiziaria" italiana. Il Csm in particolare critica alcuni punti fondamentali del ddl, come ad esempio l'eliminazione del filtro di ammissibilità dei ricorsi.

Responsabilità civile dei magistrati, il confronto continua

Il parere contrario, che ora sarà inviato al ministro della Giustizia Andrea Orlando, è passato con 19 voti a favore e tre voti contrari. Contro si sono espressi i membri laici di centrodestra, Elisabetta Alberti Casellati e Pierantonio Zanettin di Forza Italia e Antonio Leone di Ncd. Il governo dal suo canto replica per bocca del viceministro della Giustizia Enrico Costa. "Vi sono forze politiche, anche di maggioranza, che considerano il testo sulla responsabilità civile dei magistrati migliorabile in senso diametralmente opposto rispetto a quanto sollecitato dal Csm. Ritengono infatti che vi siano ancora troppe limitazioni al diritto di far valere la responsabilità civile a carico dello Stato e dei magistrati" ha spiegato Costa, aggiungendo: "Il non è blindato e l'obiettivo è quello di avere una norma più efficace della Vassalli, che in un quarto di secolo ha determinato non più di 6 o 7 condanne". Il confronto infatti proseguirà anche nelle prossime settimane con altri incontri tra cui un plenum straordinario del Csm a cui parteciperà il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

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