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Elezioni politiche 2018

Renzi: “La mia priorità è il lavoro. No al reddito di dignità, basta con l’assistenzialismo”

“In troppi dicono che non importa il lavoro, che basta un reddito di cittadinanza, un reddito di dignità. Non scherziamo! Niente assistenzialismo, per favore. Il lavoro è un diritto, ma anche un dovere”, ha dichiarato Matteo Renzi in relazione agli obiettivi di governo, qualora il Pd dovesse vincere le elezioni.
A cura di Charlotte Matteini
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La priorità del futuro governo di centrosinistra sarà il lavoro. A dichiararlo al Corriere dell'Umbria è segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. Secondo il leader del Pd "in quattro anni l’Istat fotografa un aumento dei posti di lavoro molto significativo: da 22 a 23 milioni. Ma a noi non basta. Vogliamo aumentare la quantità. E vogliamo soprattutto migliorare la qualità del lavoro, specie dei più giovani. Questa è la mia priorità, questa è la nostra priorità. Perché in troppi dicono che non importa il lavoro, che basta un reddito di cittadinanza, un reddito di dignità. Non scherziamo! Niente assistenzialismo, per favore. Il lavoro è un diritto, ma anche un dovere. E sta alla base della nostra Costituzione non per caso. Il mio auspicio e che questo meraviglioso Paese viva con leggerezza e umanità le tante sfide che avremo davanti". In sostanza, nel suo intervento per il quotidiano umbro, Matteo Renzi torna a ribadire i concetti espressi in queste ultime settimane.

Sempre al tema della crescita economica ha dedicato anche l'ultima enews di fine anno, nella quale ha tenuto a rivendicare i risultati e i traguardi raggiunti dal governo dei 1000 giorni e da quello di Paolo Gentiloni: "Si chiude un anno in cui tutti gli indicatori economici mostrano che l'Italia sta meglio di prima. Cala la disoccupazione, cresce il PIL, sale la fiducia, aumenta l'export. E tuttavia noi siamo i primi a sapere che questi risultati non bastano. Siamo felici del fatto che le riforme abbiano aiutato ad aumentare i posti di lavoro (da 22 a 23 milioni di posti di lavoro in quattro anni, crescita record). Ma sappiamo che accanto alla quantità, deve crescere la qualità del lavoro. Le cose vanno meglio ma non ancora bene, insomma. Il bicchiere era vuoto, adesso è mezzo pieno. Ma solo mezzo pieno: ecco perché bisogna andare avanti".

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