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Renzi: “Consulta? Ora si chiude. Jobs Act? Dal 1° gennaio via alla riforma”

Il premier all’assemblea del Pd. “Dall’1 gennaio il jobs act deve entrare in vigore: è la dead line”. Sulla legge elettorale, ha spiegato che “si vota nel 2018 ma la riforma prima del 2017”. E il Jobs Act è “una riforma di sinistra”.
A cura di Biagio Chiariello
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Mentre sul fronte europeo intanto i rapporti restano molto tesi, Matteo Renzi ha incontrato i parlamentari del Partito democratico per affrontare i nodi del testo del Jobs Act in discussione in commissione in Aula, tema che ovviamente si intreccia con l’esame della legge di stabilità. Sulla riforma del lavoro, il premier ha detto che il primo gennaio “è la dead line per il jobs act. Per quella data deve entrare in vigore”. In assemblea Pd, Renzi si è detto convinto che il “jobs act è una riforma di sinistra come non ho mai visto e a parte l'art.18 c'è un consenso generale su tutto”. Il Presidente del Consiglio ha parlato anche della legge elettorale. “Abbiamo detto che si vota nel 2018 ma non dobbiamo aspettare il 2017 per cambiarla”, ha detto, annunciando per domani un incontro con il ministro Boschi e la presidente della commissione al Senato Finocchiaro per rimettere in carreggiata la riforma. Poi ai parlamentari dem ha dato le sue scadenze: “Giovedì 6 novembre”, ha detto, “proviamo a chiudere lo stallo sulla Consulta, proponiamo due donne, la nostra è Sciarra, e un designato del Movimento 5 stelle al Csm. E’ positivo che i 5 stelle stiano dentro la dinamica e spero che in queste ore decida anche Forza Italia”.

Giustizia e Ast Terni

Sul tema della giustizia c'è stata la fiducia al processo civile, lunedì chiudiamo il lavoro in Consiglio dei ministri. A parte il Csm sul quale ci siamo fermati, il pacchetto di riforma è non esaustivo ma esauriente". Così il premier Renzi ai gruppi Pd. "Il processo di riforma della giustizia è molto serio, rigoroso: è una novità che mi sento di sottolineare. Stiamo cambiando il volto della giustizia in Italia". Il premier ha parlato anche della questione Ast di Terni. "Credo e penso che si possa trovare un accordo", auspicando che "non si usino le vertenze aperte" per polemiche politiche. Terni senza acciaio è una città fantasma".

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