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Regno Unito, inchiesta pubblica sullo scandalo del sangue infetto: “Provocò 2400 vittime”

Il Regno Unito indaga sullo scandalo del sangue infetto. Avviata lunedì 24 settembre un’inchiesta pubblica per far luce su un enorme scandalo di sangue contaminato nel Paese che ha provocato la morte di circa 2400 persone negli anni ’70 e ’80. L’inchiesta dovrebbe durare almeno due anni e mezzo.
A cura di Susanna Picone
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Nel Regno Unito è stata avviata un'inchiesta sullo scandalo del sangue infetto che, negli anni '70-80 del secolo scorso, provocò la morte di almeno 2400 persone colpite da epatite C e virus dell'Aids Hiv. L’inchiesta pubblica che dovrà far luce su questo scandalo di sangue contaminato nel Paese è stata avviata lunedì 24 settembre. Servirà a determinare in che modo può essere avvenuto lo scandalo, ma anche se ci sono stati tentativi di nascondere fatti tramite “la distruzione di documenti o il rifiuto di concedere informazioni”. Verranno esaminate anche le risposte date al momento dal governo e dal Servizio sanitario nazionale. L'inchiesta sullo scandalo del sangue infetto dovrebbe durare almeno due anni e mezzo e sarà guidata dal giudice in pensione Brian Langstaff. “Per le persone colpite, le loro famiglie e gruppi (che avevano fatto una campagna per questo), questo è un giorno che nessuno pensava che sarebbe arrivato”, ha dichiarato Dea Collins, avvocato rappresentante delle vittime.

La decisione di aprire un'inchiesta pubblica è stata presa lo scorso anno dal governo inglese di Theresa May. Un precedente sondaggio concluso nel 2009 aveva stabilito che il governo inglese avrebbe dovuto agire prima per aumentare il flusso di sangue britannico e porre fine alla dipendenza dalle importazioni. Aveva portato all'istituzione di un sistema di compensazione delle vittime, ma non era stato avviato alcun processo e non erano state stabilite responsabilità. In base a un report parlamentare, furono circa 7500 i pazienti che contrassero una malattia dopo essere stati sottoposti a infusioni di materiale contaminato proveniente dagli Stati Uniti sotto la supervisione del NHS, il servizio sanitario pubblico inglese. Molti erano malati di emofilia che necessitavano di somministrazioni regolari di fattore VIII della coagulazione del sangue. Il Regno Unito importò sangue ed emoderivati e alcuni prodotti risultarono infetti. A quanto emerso la maggior parte del plasma utilizzato arrivava da prigionieri reclusi nelle carceri americane, che hanno venduto sangue.

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