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Regno Unito. Bimbo assassinato dal fidanzato, la madre rischia l’espulsione dal Paese

Liliya Breha, 31enne di origini ucraine, ha quattro settimane di tempo prima di essere espulsa. Ha vissuto dodici anni in Regno Unito, ma ora non ha più legami con cittadini britannici. “Per tutto quello che mi sta accadendo non ha avuto neanche il tempo di piangere il mio bambino” dice.
A cura di Biagio Chiariello
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La madre in lutto di un bambino di cinque anni picchiato a morte dal suo fidanzato rischia di essere espulsa dal Regno Unito, Paese dove vive da 12 anni, non avendo più legami con cittadini britannici. Marvyn Iheanacho, 39 anni, è stato condannato all’ergastolo lo scorso luglio anno per aver brutalmente ucciso il piccolo Alex Malcolm in un parco a Catford, nel sud-est di Londra, nel novembre 2016. L’unica colpa del bimbo era quella di aver perso una scarpa. I testimoni parlano di un’aggressione così violenta che inizialmente pensavano si trattasse di due uomini adulti che litigano. Poi hanno sentito il bambino che singhiozzava: "Mi dispiace, mi dispiace”.

La mamma di Alex, l'ucraina Liliya Breha, non sapeva che Iheanacho alle spalle aveva una storia di violenza domestica e in un’occasione aveva anche provato a strangolare un bambino. Ora la 31enne che vive a Bromley sta combattendo una dura battaglia e, come da lei stessa rivelato, “non ha ancora avuto neanche il tempo per piangere” la scomparsa del suo bambino. Alla donna rimangono solo quattro settimane prima che l’espulsione diventi effettiva. In questi mesi Liliya ha già speso quasi la metà del risarcimento di 5.000 sterline per la morte del figlio per cercare di rimanere in Gran Bretagna.” La situazione – ha raccontato al Daily Mirror – è davvero stressante e non capisco perché devo aspettare fino all’ultimo minuto. Mi restano solo quattro settimane e vivo ore di forte ansia, inoltre a causa di questo non ho avuto il tempo di piangere adeguatamente

Alex. Lilia parla di una situazione “frustante e ingiusta” e aggiunge: “Alex è sepolto qui, quindi ho bisogno di rimanere vicina a lui”. La situazione è stata definita “oltraggiosa” da Harry Fletcher della Victims’ Rights Campaign: “È assurdo che una mamma possa rischiare l’espulsione dal Paese in seguito all’omicidio del figlio” e ha chiesto l’immediato intervento del Ministro dell’Immigrazione.

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