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Regno Unito: 37enne fa sesso con un bimbo di 11 anni, poi fa un video e lo vende al mercato

Dawn Davies, 36enne inglese, ha violentato per oltre due anni quel ragazzino, minacciando di fargli del male se avesse detto qualcosa. Ha poi venduto il filmato degli abusi un mercatino. Da parte sua, ha negato ogni accusa. Ma alla fine, è stata incastrata proprio da quel video.
A cura di B. C.
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Dovrà trascorrere i prossimi 15 anni in carcere, per aver abusato sessualmente di un bimbo di 11 anni, filmando anche le violenze. Dawn Davies, 36enne inglese, ha poi venduto quello scabroso filmato su una bancarella di un mercatino, secondo quanto appreso dalla Corte di Manchester. La giovane vittima ha subito “trauma evidente” da questa vicenda, ha evidenziato il giudice Peter Atherton. Una campagna di abusi “depravati” durati due anni (dal gennaio 2012 all’aprile 2014). Il ragazzino “ha lottato” contro la donna, ma alla fine “lei ha vinto. Stando alle ricostruzioni della magistratura, la donna, che ha tre figli, in diverse circostanze ha aggredito violentemente il ragazzo, minacciandolo se si fosse rivolto alla polizia. La vittima oggi ha 16 anni e ha dichiarato al giudice che questa esperienza lo ha “segnato”, sottolineando che quando la Davies perpetrava gli abusi rideva.

Durante una perquisizione  a Salford, nei pressi di Manchester, la polizia ha recuperato l’attrezzatura informatica utilizzata dalla donna e dal suo compagno per diffondere il video in questione, oltre a constatare che la coppia aveva effettuato su Internet diverse ricerche di materiale pedopornografico. Dawn Davies ha sempre negato tutte le accuse che le sono state rivolte, evidenziando come in qualche modo il bambino fosse consenziente. Ma la testimonianza di quest’ultimo e i filmati, l’hanno inchiodata. Il giudice ha motivato la sentenza di condanna definendo il caso “alquanto raro, dal momento che i colpevoli di questi crimini sono solitamente degli uomini. E Dawn Davies ha mostrato una corruzione ed una depravazione di un livello spaventoso, approfittando di un bambino vulnerabile e facile da manipolare, con un atteggiamento di estrema malvagità. La colpevole ha inoltre inferto alla sua vittima una quantità di sofferenze immani”.

Il giudice Atherton teme che le violenze perpetrate sulla giovane vittima possano avere dei risvolti psicologici a livello comportamentale: “L’imputata ha sottoposto il ragazzo a gravi traumi mentali oltre che fisici, e senza dubbio questi si ripercuoteranno per il resto della sua vita. Colei che ha fatto questo non ha mai mostrato rimorso, negando addirittura di aver agito in tale modo. Un simile atteggiamento rende evidente una totale incapacità di comprendere il dolore arrecato alla povera vittima e le conseguenze di ciò. In virtù di tutti questi fattori, l’imputata merita la condanna più lunga possibile”.

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