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Regione Sicilia sotto assedio: in ballo la ripartizione di 420 milioni

In piazza, fino a tardo notte, c’erano duemila persone, tra forestali e operatori della formazione professionale. Lavoratori che che attendono notizie dalla giunta regionale sui fondi sbloccati da qualche giorno grazie alla deroga al patto di stabilità.
A cura di Biagio Chiariello
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Regione Sicilia sotto assedio: in ballo la ripartizione di 420 milioni

E' proseguita fino a tarda notte la protesta dei manifestanti a Palazzo d'Orleans a Palermo, sede della Regione siciliana. Dalla mattinata di ieri migliaia di lavoratori del settore della formazione professionale e dei forestali sono rimasti in presidio a piazza Indipendenza davanti l'edificio. Alcuni sono entrati in contatto con agenti in tenuta antisommossa che hanno reagito al lancio di uova. Di motivazioni, i manifestanti, ne hanno ben 420 milioni. Euro, naturalmente; fondi rimasti congelati in bilancio e sbloccati dalla deroga al patto di stabilità concessa alla Regione dal ministero dell'Economia. La giunta regionale deve decidere in quali dei seguenti settori ripartirli: Beni Culturali e Turismo, imprese che operano nel settore dei rifiuti, cassa integrazione guadagni, trasferimenti agli enti locali, avviamento dei corsi di formazione professionale e programmi di forestazione.

La Presidenza della Regione siciliana, spiega:

E' stato possibile allocare queste risorse, grazie all'accordo siglato la settimana scorsa con il governo nazionale, che ha riconosciuto alla Sicilia il merito di essere stata la prima Regione ad attuare un percorso di revisione della spesa, e per questo ha dato il via libera all'amministrazione regionale di sforare i plafond del Patto di stabilita', per circa 600 milioni di euro".

 La posta in gioco, dunque, è molto alta. Anche perché per molti dei precari scesi in piazza si tratta forse dell'ultima spiaggia per mettere le mani su quelle risorse. Il 28 ottobre ci saranno le elezioni regionali per decidere chi succederà al dimissionario Raffaele Lombardo e se per quella data i manifestanti non riusciranno a ottenere quello che chiedono, avranno di fronte mesi di disoccupazione o nella migliore delle ipotesi qualche giornata lavorativa fino alla fine dell'anno. Sarà poi il nuovo parlamentino a decidere la gestione di settori come la forestazione e la formazione con organici "monstre", frutto di decenni di assunzioni allegre e di sperpero di denaro pubblico, come documenta anche il dossieri di Fanpage sugli sprechi della Regione Sicilia.

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