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Regione Puglia, Michele Emiliano è indagato per abuso d’ufficio: violata la legge Severino

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, è nuovamente indagato per abuso d’ufficio. La nomina di Francesco Spina a consigliere di InnovaPuglia viola la legge Severino, in quanto lo stesso Spina era ancora sindaco di Bisceglie e sarebbero dovuti passare almeno due anni prima di poter ricoprire un altro incarico.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Ancora guai per Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia che si è visto recapitare un avviso di proroga delle indagini con l'ipotesi di abuso d'ufficio dalla Procura di Bari venerdì scorso. È il secondo avviso di garanzia in due mesi. In questo caso, rivela la Gazzetta del mezzogiorno, l'ex del Partito Democratico avrebbe violato la legge Severino, incaricando Francesco Spina del ruolo di consigliere di InnovaPuglia, un mese prima che lo stesso Spina fosse dichiarato decaduto da sindaco di Bisceglie. Secondo il decreto sarebbero dovuti passare almeno due anni tra una nomina e l'altra. Insieme al presidente della Regione sarebbero indagati anche Spina e Nicola Lopane, un dirigente della regione. L'ex sindaco di Bisceglie dovrà rispondere anche di falso, perché quando ha accettato l'incarico ha firmato una dichiarazione in cui sosteneva di non essere in conflitto di interesse, anche se era ancora il primo cittadino del comune pugliese.

"È tutto regolarissimo, bisogna dare solo tempo ai magistrati di accertarlo – ha commentato Michele Emiliano – Non abbiamo nessuna preoccupazione, sono tranquillissimo". Il presidente della Regione Puglia ha sottolineato che "l'inconferibilità è stata esclusa dall'Anac e dagli uffici del Gabinetto del Presidente perché Spina è un semplice consigliere di amministrazione senza deleghe, mentre l'inconferibilità vale solo per gli incarichi nei Cda dove ci sono delle deleghe gestionali".

Michele Emiliano indagato per le primarie del Pd del 2017

Due mesi fa il presidente della Regione Puglia aveva scoperto di essere indagato per abuso d'ufficio nell'inchiesta su illeciti commessi durante la campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico del 2017, quelle in cui Michele Emiliano sfidava, tra gli altri, Matteo Renzi, che poi fu eletto segretario. La vicenda riguarderebbe un presunto pagamento di fatture per 65mila euro da parte di due imprenditori pugliesi all'agenzia di comunicazione che seguì la campagna del presidente della Regione.

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