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Reggio Emilia: bambino di due anni e mezzo escluso dall’asilo perché diabetico

Un asilo statale ha escluso un bambino di due anni e mezzo perché diabetico e quindi, per le educatrici, difficile da gestire. Il piccolo è stato iscritto in un asilo parrocchiale.
A cura di Davide Falcioni
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Un bambino di due anni e mezzo della provincia di Reggio Emilia è stato escluso da un asilo pubblico perché diabetico e, per questa ragione, troppo "difficile da gestire" dalle educatrici. Il piccolo (che chiameremo Francesco, anche se non è il suo vero nome) è malato fin dal primo anno di vita ed è costantemente collegato a un microinfusore di insulina e a un sensore che rileva in continuazione il tasso glicemico, comunicandolo ai genitori anche da remoto grazie a un'app sul telefonino.

Il padre e la madre, che vivono insieme al bimbo in un piccolo centro dell'appennino reggiano, al momento di iscrivere Francesco all'asilo hanno optato per una struttura poco lontana dalla loro casa. Il padre, intervistato dal Resto del Carlino, ha spiegato: "Le insegnanti hanno seguito un corso di formazione, composto sia da una parte teorica che pratica". Prima di procedere con l’iscrizione di Francesco, l'accordo era che fosse presente un genitore ogni giorno, per un mese ‘di prova’. "Così è stato – racconta il papà –, e dopo esattamente un mese abbiamo ricevuto una lettera da parte della scuola. Le maestre si rendevano indisponibili ad assistere mio figlio. La motivazione, per altro sgangherata, era che non c’erano le condizioni per garantire un controllo glicemico". I genitori di Francesco hanno dovuto quindi ritirare il figlio dalla scuola pubblica per iscriverlo a un asilo parrocchiale: "Non stiamo però a guardare alle differenze tra statale e parrocchiale – continua il padre –. Il problema sta nella normativa, che attualmente permette di non prendersi determinate responsabilità, per quanto dopo un corso se ne abbiano le competenze".

Anche la Federazione Diabete Emilia Romagna ha manifestato la propria incredulità per la decisione dell'asilo: "Il personale scolastico si è trincerato dietro norme obsolete e superate – dice la presidente Rita Lidia Stara –. È stato proposto anche un supporto sanitario per la somministrazione al momento del pasto, ma il personale non intende occuparsi di nulla".

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