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Reggio Calabria, agguato di ‘Ndrangheta: ucciso un pregiudicato, grave un bimbo di 10 anni

Un bambino di 10 anni, di nazionalità bulgara, è rimasto gravemente ferito durante un agguato di ‘Ndrangheta nella zona di Reggio Calabria. Si trovava insieme a Giuseppe Fabio Gioffrè, presunto capo dell’omonima cosca e bersaglio degli spari. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Il piccolo è in ospedale in prognosi riservata.
A cura di Ida Artiaco
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Un bambino di soli 10 anni è rimasto gravemente ferito in seguito ad un agguato di ‘Ndrangheta verificatosi nella mattinata di oggi, sabato 21 luglio. Il piccolo si trovava insieme a Giuseppe Fabio Gioffrè, 39enne presunto capo dell'omonima cosca e bersaglio di un numero imprecisato di sicari che l'hanno raggiunto in un terreno di sua proprietà in località “Venere” di Seminara, in provincia di Reggio Calabria. Per lui non c'è stato nulla da fare, mentre il bambino, di nazionalità bulgara, è stato ricoverato con prognosi riservata negli "Ospedali riuniti" del capoluogo calabrese.

Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Palmi, mentre non ci sono ancora notizie definitive sulle condizioni del bambino. Secondo le prime indiscrezioni, sarebbero state due persone a colpire Gioffrè, che è morto immediatamente, con fucili caricati a pallettoni in parti vitali. Il bambino, che era accanto a lui, è stato raggiunto all'addome da uno dei pallettoni sparati dagli assassini, che si sarebbero poi allontanati a piedi nelle campagne circostanti. A chiamare i soccorsi sarebbero state alcune persone che si trovavano nei dintorni del luogo dell'agguato. Secondo quanto si apprende, il piccolo non sarebbe tuttavia in pericolo di vita. Il piccolo era solito accompagnare la vittima quando si recava in campagna per lavorare. Al momento dell'agguato, Gioffré si trovava in un casolare di sua proprietà e stava dando da mangiare ai maiali e con lui c'era il bambino, figlio di una coppia di bulgari da molti anni in Calabria e amici di famiglia.

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