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Referendum trivellazioni 17 aprile. La Consulta: “I cittadini vadano a votare”

Paolo Grossi, presidente della Corte Costituzionale: “Si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto, significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’identità del buon cittadino”.
A cura di Davide Falcioni
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Paolo Grossi, presidente della Corte Costituzionale, ha invitato i cittadini italiani a recarsi alle urne domenica e a votare al referendum sulle trivellazioni a mare. "Si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto, significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’identità del buon cittadino". Le dichiarazioni del Presidente della Consulta di fatto smentiscono i continui appelli all'astensione fatti dal Partito Democratico negli ultimi giorni. Anche in seno al governo la posizione dei ministri è apparsa recentemente tutt'altro che chiara, tanto che anche Gian Luca Galletti, titolare del dicastero all'ambiente, a sei giorni dal voto non scioglie le riserve tra l'astensione e il voto per il "no". "Io sono convinto della strumentalità di questo referendum – ha detto durante l'inaugurazione dell'anno accademico dell'accademia nazionale di Agricoltura a Bologna -. Il referendum è su un argomento molto limitato. Tocca solo le piattaforme che sono già in funzione entro le 12 miglia (stiamo parlando di una piccolissima parte di quelle operanti in Italia) e tende a regolare la durata di queste. E' chiaro che si vuole fare una battaglia politica di un altro tipo".

La segreteria PD ha fatto campagna per l'astensione

Nelle scorse settimane la segreteria nazionale del Partito Democratico aveva espresso posizione favorevole all'astensione in contrasto con alcuni presidenti di regione del PD – guidati da Michele Emiliano – che nei mesi precedenti avevano invece chiesto il referendum. Il Presidente del Consiglio, e segretario nazionale del PD, ha motivato: "Abbiamo cercato di eliminare il referendum venendo incontro alle Regioni, non è bastato… su un quesito è rimasta una distanza che pare incolmabile". "La discussione non è sulla politica energetica del governo, ma su quella ventina di piattaforme, sul termine delle concessioni". Dopo le polemiche esplose in seno al partito, con diversi esponenti della minoranza che hanno dichiarato che sarebbero andati ai seggi, il premier ha comunque precisato: "Nessuna abiura o scomunica su chi avrà altre posizioni. Chi oggi è favorevole a che si blocchino le concessioni voterà sì, chi non è favorevole ha tutto il diritto di non andare a votare sperando che il quorum non si raggiunga. La pozione dell'astensione al referendum è una posizione sacrosanta e legittima".

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