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Referendum sulle Trivelle: cosa c’è da sapere sul voto del 17 aprile

Domenica è il giorno della consultazione sulle trivellazioni. Qui un recap di tutto quello che c’è da sapere: quesito, orario, modalità del voto.
A cura di Claudia Torrisi
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trivelle in mare

Domenica 17 aprile si vota per il referendum sulle trivellazioni. Il nome ufficiale della consultazione è "Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per i titoli abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento". Si tratta, in sostanza, di decidere se eliminare o meno la norma –  il comma 17 dell'articolo 6 del Codice dell'ambiente, il dlgs n. 152 del 2006 – che consente di proseguire le estrazioni di idrocarburi entro le 12 miglia dalla costa – circa 22 chilometri – anche oltre la scadenza delle concessioni, fino all'esaurimento dei giacimenti. Ad ci sono 35 concessioni di coltivazione di idrocarburi entro le 12 miglia, di cui 3 inattive, una sospesa fino alla fine del 2016 e 5 non produttive. Le restanti 26 sono distribuite tra mar Adriatico, mar Ionio e canale di Sicilia. Parliamo di 79 piattaforme e 463 pozzi.

Il quesito del referendum trivelle

Sostanzialmente si chiede: "Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?"

Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale', come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)', limitatamente alle seguenti parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?

Come si vota al referendum del 17 aprile

Il referendum del 17 aprile è abrogativo: per essere valido è necessario superare il quorum del 50% più uno degli aventi diritto. Se non si raggiunge questa percentuale, qualsiasi risultato non avrà valore. Se vince il fronte del "sì" verranno bloccate le concessioni alla scadenza dei contratti. Se a passare, invece, sarà il fronte del "no", la situazione resterà invariata e quindi alla scadenza delle concessioni le compagnie petrolifere potranno chiedere un prolungamento. Quindi, per fermare le trivellazioni bisogna votare "sì", per farle proseguire bisogna scrivere "no". La consultazione è stata richiesta da nove consigli regionali: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. È la prima volta che accade: tutti i precedenti quesiti referendari sono nati con la raccolta di firme dei cittadini.

Dove e quando si vota

Si vota un solo giorno: il 17 aprile, dalle 7 alle 23, in tutta Italia presso il seggio della propria zona, indicato nella tessera elettorale. Basta quest'ultimo documento, insieme a quello d'identità, per esprimere il voto. Si può avere un seggio diverso nel caso di appartenenti ai Corpi militari, alle Forze di polizia, ai Vigili del fuoco, ai naviganti marittimi e aviatori. Hanno diritto al voto tutti i cittadini italiani che abbiano superato i 18 anni, anche se residenti all'estero. In quest'ultimo caso – o nel caso di persone che si trovano fuori dall'Italia per più di tre mesi – si può votare per corrispondenza, a meno che non si esprima la volontà di votare in Italia. Chi è ricoverato in ospedale, invece, potrà votare direttamente lì, comunicandolo al sindaco. Tutti gli altri dovranno votare nel seggio d'appartenenza – e potranno usufruire di sconti di treni e aerei.

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