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Rapita e rinchiusa in una scatola per 7 anni dal suo aguzzino: la storia di Colleen Stan

Collen Stan è stata rapita nel maggio 1977 in California da Cameron Hooker e da sua moglie Janice. La coppia ne fece la propria schiava sottoponendola a ogni genere di torture e sevizie sessuali e costringendola a vivere una scatola 23 ore su 24. Nel 1984, la ventisette Collen riuscì a scappare. Il suo caso non ha precedenti nella storia del crimine.
A cura di Angela Marino
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Collen Stan e Cameron Hooker
Collen Stan e Cameron Hooker

Una mattina di maggio del 1977, in una graziosa casa prefabbricata nella periferia di Red Bluff, cittadina immersa nel verde sul versante settentrionale della Valle del Sacramento, in California, una giovane coppia si preparava a uscire con la loro bambina. Cameron Hooker era un uomo dimesso, sui trent'anni, con i capelli castano cenere cascanti in un goffo riporto sulla fronte, gli occhiali da vista a goccia inforcati su un naso grosso. Anche sua moglie Janice aveva un aspetto piuttosto anonimo. Più bassa di lui, minuta e occhialuta, appariva sin dal primo sguardo una di quelle donne che assecondano sempre la volontà del marito. Chi li avesse guardati in quel momento avrebbe visto una felice famigliola che si apprestava a uscire per una gita. Le cose, però, erano molto diverse.

La storia di Colleen Stan

Quella mattina Colleen Stan, 20enne di Eugene, Oregon, si metteva in cammino diretta a una festa di compleanno nella California del Nord. Negli anni Settanta spostarsi facendo autostop per i ragazzi dell'età di Collen era un'esperienza da non perdersi, un modo divertente ed economico per viaggiare on the road. Quando l'utilitaria degli Hooker cominciò a rallentare davanti a lei e la coppia a bordo le fece un cenno di saluto, Colleen si fermò un attimo a pensare. Era una ragazza sveglia, diede un'occhiata ai due coniugi, un rapido sguardo alla bimba nel seggiolino sul sedile posteriore e si convinse ad accettare il passaggio.

Un viaggio in autostop

In auto quell'uomo alto cominciò a fare strani discorsi sui giovani che sparivano. Colleen cominciava a trovare quella coppia sempre più sinistra e strana, così, quando si fermarono all'autogrill per una pausa, la ragazza fu tentata di scappare. Resistette, si disse che quella paura era irrazionale, che erano solo una famiglia, che non c'era nulla da temere. Sicuramente le frasi che l'avevano spaventata dovevano essere battute che lei non aveva capito, umorismo nero, tutto qui.

L'inganno

Quando tornò dagli Hooker, loro le offrirono una barretta al cioccolato che avevano comprato per lei. Era stata proprio una stupida a spaventarsi per nulla, si disse. Dopo alcuni minuti però toni e umori cambiarono, dalla conversazione si passò al silenzio, l'auto virò verso una strada sterrata. In pochi secondi la ragazza si trovò un coltello puntato alla gola. Dal bagagliaio spuntò una strana scatola, una specie di marchingegno che, se non fosse stato per l'arma puntata sotto al mento, avrebbe creduto essere un giocattolo per bambini. Dopo averle ringhiato insulti e minacce, Hooker la costrinse a mettere la testa in quell'affare, lo chiuse e ripartì.

Il rapimento

Percorsero alcuni chilometri, poi l'auto si fermò. Colleen non sapeva dire quanta strada avessero fatto o dove potevano trovarsi. I due rapitori la fecero scendere dall'auto e la condussero in un ambiente chiuso, dove scese alcuni gradini. Poi la spogliarono e l'appesero per i polsi a un gancio. In quel momento Colleen capì che non sarebbe mai tornata a casa. Eppure, non avrebbe mai immaginato che genere di incubo stava per cominciare.

L'accordo

Cameron e Janice si erano sposati qualche anno prima dopo diversi anni di fidanzamento. Si erano conosciuti ragazzini, lui timido e con grossi problemi a interagire con gli altri, lei anonima, convinta che non avrebbe mai avuto un fidanzato. Cominciarono una storia che per lei fu di accettazione e dipendenza e per lui, il primo saggio del sadismo sessuale di cui sarebbe stato capace. Janice capì che a lui piaceva picchiarla, frustarla e umiliarla. Sopportò l'insopportabile fino al matrimonio, poi si disse che non lo avrebbe fatto mai più. Pur di perdere quell'uomo, però, decise che sarebbe stata un'altra donna a subire le torture che aveva patito. A lei, Cameron avrebbe riservato solo il lato umano. 

L'omicidio

Il patto prevedeva che avrebbero rapito una donna che diventasse la loro schiava sessuale. Portarono a casa una ragazza e la richiusero in cantina, ma lei non faceva altro che urlare a squarciagola, allora Hooker prese un coltello e le recise le corde vocali. Quando capì che si stava dissanguando le tirò un colpo di pistola e la seppellì. Il primo esperimento non era andato molto bene.

Ridotta in schiavitù

Marito e moglie escogitarono un sistema per avere una schiava obbediente e silenziosa. L'avrebbero educata loro e l'avrebbero tenuta tutto il giorno in una scatola, come un bambola. Quando quella mattina di maggio, si imbatterono in quella rossa ventenne dall'aria sveglia che faceva l'autostop sulla strada, capirono che era perfetta. Infatti, quando Colleen ebbe la certezza che per sopravvivere avrebbe dovuto fare tutto quello che i due volevano, si costrinse a sopportare ogni genere di sevizia e si abituò a vivere in una scatola sotto il letto ad acqua degli Hooker, 23 ore su 24. Era stata legata in maniera che potesse a malapena respirare, veniva nutrita in quell'unica ora di libertà, in cui doveva anche espletare tutte le sue funzioni corporali. Viveva in una bara, al buio e in silenzio, picchiata e torturata.

Se gli accordi saltano

L'accordo matrimoniale prevedeva che Hooker non avrebbe fatto sesso con la schiava. O meglio, l'avrebbe sottoposta a ogni genere di tortura sessuale – comprese scariche elettriche – ma non avrebbe mai avuto rapporti completi. Quando Janice si accorse che la ragazza che avrebbe dovuto salvare il suo matrimonio lo stava mettendo in pericolo, che assorbiva totalmente Cameron, cambiò strategia. Diede al marito il permesso di avere rapporti sessuali con lei, in cambio, però, pretese che fosse più presente e che le dedicasse più tempo.

The company

Le cose sembrarono migliorare e su quel letto ad acqua sotto il quale si nascondeva la scatola, Janice diede alla luce il secondo figlio. Le cose cominciarono a cambiare per Cameron. Decise di permettere a Colleen di passare del tempo in casa, di aiutare sua moglie con i bambini. La volontà della ragazza era ormai era annientata: pur di essere risparmiata dalle dolorose punizioni che le infliggeva Cameron, cominciò ad accondiscendere ad ogni richiesta. Per tenerla libera nel loro appartamento, ma soggiogata psicologicamente, la coppia le raccontò che esisteva una setta chiamata The company che, se avesse osato ribellarsi o tentare di scappare, avrebbe fatto del male alla sua famiglia. Con questo genere di condizionamento, già offuscata dalle privazioni e dalle torture, la ragazza diventò la perfetta schiava.

Uno strano ritorno a casa

Colleen usciva a fare jogging badava alla casa, ai bambini e la sera tornava nella sua scatola. Per premiarla del suo comportamento, Cameron le permise di andare a trovare i familiari. Si presentò ai suoi vestita con abiti cuciti a mano, visibilmente alienata e in compagnia di quell'uomo che diceva di essere il suo fidanzato. Di fronte a quella scena i genitori scelsero di non fare domande, di non tentare di trattenerla. Una scelta singolare, giustificata, tuttavia, dalla paura di non vedere mai più la propria figlia se avessero osato contrastarla. In quella breve visita, i familiari scattarono a Colleen e il suo ‘fidanzato' un'incredibile foto che li ritrae abbracciati. Vittima e aguzzino, sorridenti davanti all'obiettivo.

Immagine

La fuga

Gradualmente a Colleen fu permesso di avere contatti con i vicini, che mai sospettarono che quella fosse una ragazza tenuta in ostaggio. Man mano che acquistava diritti, per Janice, Colleen diventava sempre più pericolosa, così un giorno decise di far saltare ‘l'accordo'. Le confessò che The company era solo un'invenzione del marito per spaventarla e la spinse a fuggire. Coleen lo fece, ma non denunciò il suo persecutore. Fu la stessa Janice a farlo tre mesi dopo, denunciando alla polizia anche il rapimento e l'omicidio di Marie Elizabeth Spannhake, scomparsa nel 1976.

Cameron Hooker è oggi in carcere dove sconta una pena di 104 anni di carcere per sequestro di persona, stupro, violenza, minacce e omicidio. Sua moglie Janice, che ha scelto di denunciare il marito e autodenunciarsi, ha avuto una sentenza molto più lieve. Colleen è tornata alla sua famiglia e ha ripreso una vita normale, si è sposata e ha avuto un figlio. Oggi aiuta la donne vittime di violenza. I profiler dell'FBI che l'avevano cercata per anni senza trovarla, hanno continuato a studiare il suo caso, che hanno definito ‘senza precedenti'. La storia di The girl in the box (la ragazza nella scatola) è stata ispirazione per registi e scrittori.

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