Rapiscono il figlio dalla comunità perché non riconoscono lo Stato: arrestati
Cinque anni e due mesi di reclusione: è la condanna inflitta dal Tribunale di Torino a Vito C. ed Elena P., padre e madre di sette figli accusati di sequestro, tentato sequestro e maltrattamenti in famiglia. Lo scorso 11 maggio la coppia era stata arrestata dalla polizia per aver rapito fuori da scuola un figlio, affidato a una comunità per minori, e aver cercato di ripetere l'azione con un fratellino in una classe. L'uomo e la donna aderiscono a un movimento, quello del ‘Popolo unico', che non riconosce le leggi nazionali e internazionali. "Non riconosciamo la giurisdizione di questo tribunale – ha dichiarato Vito C. prima della sentenza -. Ricusiamo gli avvocati. Noi non diamo il consenso a questo procedimento".
Il collegio giudicante non gli ha dato alcun peso alle dichiarazioni dell'uomo e ne ha disposto l'allontanamento dall'aula. Il sostituto procuratore Barbara Badellino aveva richiesto una condanna a sei anni di carcere per il padre e a sette anni per la madre, considerata la "figura dominante" della coppia, tuttavia il collegio della prima sezione penale ha attribuito loro ruoli equivalenti. Gli imputati dovranno risarcire tre figli minori, rappresentati dall'avvocato Anna Ronfani, con una provvisionale di 10mila euro ciascuno. L'avvocato della donna, Alessio Michele Soldano, sottolinea che "il tribunale ha accolto la mia tesi difensiva per cui nel furto è ladro sia chi ruba sia chi tiene il sacco". Il difensore dell'uomo, l'avvocato Bruno Solfietti, preannuncia il ricorso in appello insieme al collega.
